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Messina, l'impatto del voto anticipato sulla città

Se diventeranno operative (dal 7 febbraio), l'interruzione avrà comunque conseguenze sui programmi in corso. Tutto dipenderà dalla durata del commissariamento: sarà di 4 o di 9 mesi?

Palazzo Zanca. All'orizzonte commissariamento e scadenza eletttorale
Palazzo Zanca. All'orizzonte commissariamento e scadenza eletttorale

L’interruzione del mandato amministrativo, con un anticipo di 12 mesi rispetto alla scadenza naturale, avrà inevitabili conseguenze sulla vita amministrativa della città, anche se il sindaco Cateno De Luca, il quale ha presentato già le dimissioni (destinate a diventare irrevocabili il prossimo 7 febbraio), afferma che si tratterà solo di una breve parentesi, pochi mesi sotto la gestione commissariale, prima delle nuove elezioni.

Che sarà una parentesi, è certamente vero. Che duri poco, ancora nessuno può stabilirlo. Se non interverranno fatti nuovi, e le dimissioni diventeranno esecutive, come è noto, andranno a casa sindaco e assessori, verrà da Palermo un commissario mentre il Consiglio comunale resterà in carica fino al ritorno alle urne. E per quando saranno convocati i comizi elettorali? La decisione non è nelle mani di chi si dimette ma del presidente della Regione. Sarà Musumeci a stabilirne la data, che dovrebbe essere collocata tra maggio e giugno (è per questo che De Luca ha deciso di dimettersi entro il 7 febbraio, altrimenti non ci sarebbero stati più i tempi per votare in tarda primavera).

In linea teorica, il governatore potrebbe scegliere anche di accorpare la tornata elettorale a Messina con il voto delle Regionali, fissate al prossimo novembre, quando scadrà naturalmente il mandato dell’attuale Giunta siciliana. Ma, in tal caso, esporrebbe la città di Messina a un periodo più lungo di commissariamento che, fatti i conti, alla fine durerebbe addirittura otto-nove mesi. E otto-nove mesi con un funzionario regionale a reggere le sorti della città, non è certo una prospettiva entusiasmante. Messina ha già vissuto sulla propria pelle i regimi commissariali, anche quando sono state inviate a Palazzo Zanca (non sempre, bisogna ammetterlo) personalità di alto profilo, come il prefetto Sbordone o l’ex procuratore capo della Repubblica Croce.

Poniamo, comunque, l’ipotesi più rassicurante, cioè il voto a maggio-giugno: in questo caso, il commissariamento avrebbe una durata di tre mesi o poco più. Occorre, però, mettere in conto i tempi “tecnici” dell’insediamento della nuova Amministrazione, sia che venga rieletta l’attuale (con un candidato sindaco diverso, stando a quanto continua a ribadire De Luca) sia che il futuro primo cittadino provenga da altre forze politiche o da altri schieramenti. Si arriverebbe a luglio, come è sempre accaduto quando si è votato a fine maggio, con eventuale ballottaggio a giugno.
Questo momento di transizione su cosa potrebbe incidere?

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