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Covid, convenzioni con le cliniche private a Messina per “recuperare” posti letto

Anche le strutture messinesi sono ormai vicine alla saturazione: si conta di ottenere almeno cento spazi di degenza ordinaria

Bernardo Alagna

Servono posti letto. E urgentemente. Gli ospedali messinesi non sono ancora alla saturazione completa, ma è ormai questione di giorni, se non di ore. Una situazione specchio di due circostanze incontrovertibili, entrambe poco lusinghiere: da una parte l’ultimo posto in Italia, a livello provinciale e di grandi città, per vaccinazioni (ieri anche il sindaco Cateno De Luca ha finalmente rimbrottato i No Vax, con un eloquente «avete rotto il c...»); dall’altra l’incapacità, dopo due anni di pandemia, di adeguare le strutture ospedaliere a quella che ormai è un’emergenza perenne, che non può più cogliere di sorpresa nessuno.

Sta di fatto che adesso servono posti, non più per evitare il cambio di colore della regione, divenuto l’ultimo dei problemi, ma perché ci sono ambulanze in attesa ormai in mezza Sicilia. Senza contare che non esiste solo il Covid e tutti gli altri pazienti rischiano di trovarsi di fronte le porte chiuse degli ospedali. Per questo, ieri pomeriggio, si è tenuta una riunione, in videoconferenza, tra l’assessorato regionale alla Salute, retto da Ruggero Razza, e i direttori generali delle aziende sanitarie della Sicilia. Obiettivo: recuperare posti. Come? Riconvertendo altri reparti degli ospedali, trasferendo i pazienti no Covid nelle cliniche private e ricorrendo a convenzioni con case di cura ed Rsa. Un “rastrellamento” che dovrebbe aumentare, a stretto giro, di un centinaio di posti letto, soprattutto di degenza ordinaria, la disponibilità nella sola provincia di Messina.

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