È morta al casello autostradale di Villafranca la 61enne Maria Pia Castrovinci, ansimando sull’auto dei familiari che la stavano riportando a casa, in provincia, dopo un intervento chirurgico alle ovaie eseguito all’ospedale Papardo. La tragedia nella tragedia. A quanto pare nessuno s’è accorto che durante l’intervento le avevano lesionato la vescica. Non ha fatto in tempo nemmeno a tornare a casa, tanto che è intervenuta per competenza la Polstrada di Barcellona, che ha sequestrato la salma facendo scattare l’inchiesta. Una vicenda assurda. E dopo il primo step di accertamenti il sostituto procuratore Alessandro Liprino ha iscritto nel registro degli indagati, con le ipotesi di reato d’omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni in ambito sanitario, sedici persone tra medici e infermieri che hanno seguito il caso clinico e partecipato all’intervento chirurgico. È un allargamento dello spettro di indagati rispetto al quadro iniziale, perché sono emersi nuovi particolari durante l’esecuzione dell’autopsia, affidata dal magistrato al medico legale Giovanni Andò e alla ginecologa Alfonsa Pizzo. Bisogna ricostruire tutto, così come farà in una denuncia circostanzia a breve - l’inchiesta infatti è scattata d’ufficio dopo l’intervento della Polstrada -, il legale di fiducia della famiglia, l’avvocato Giuseppe Condipodero Marchetta, che ha nominato come perito di parte per i familiari il medico legale Elvira Ventura Spagnolo. Dai primi elementi acquisiti dal magistrato - ma il quadro probatorio è in costante evoluzione -, a quanto pare si è compreso che la povera signora Castrovinci è stata operata alle ovaie all’ospedale Papardo il 16 dicembre scorso e sembrava tutto riuscito perfettamente, anche se i familiari hanno notato una sofferenza generale della paziente, tanto che hanno manifestato parecchie rimostranze ai medici quando il 24 dicembre la donna è stata dimessa, perché volevano che venisse ancora monitorata in corsia. E il 24 dicembre scorso, già arrivata allo svincolo del Boccetta la donna ha accusato l’ennesimo malessere, una “fame d’aria” persistente, e le sue condizioni si sono progressivamente aggravate, tanto che quando la vettura con lei a bordo è arrivata all’altezza dello svincolo di Villafranca, è morta. Il sostituto Liprino dopo l’informativa della Polstrada aveva disposto l’autopsia, formulando però ai suoi consulenti una prescrizione ben precisa, ovvero di interrompere subito l’esame se nel corso delle operazioni fossero emersi fatti nuovi e rilevanti. E così purtroppo è stato. L’autopsia ha evidenziato - ma è chiaro che saranno necessari ulteriori approfondimenti - che durante l’intervento subito dalla donna sarebbe stata recisa per errore la vescica urinaria, un fatto che però sarebbe rimasto “sottotraccia” in ospedale ma ha provocato gravi complicanze alla signora Castrovinci, portandola fino alla morte. Ecco perché dopo il primo step, il magistrato ha convocato nuovamente tutte le parti per oggi nel suo ufficio, per affidare ai suoi consulenti altri accertamenti specifici sul corpo della povera donna.