La provincia di Messina si tinge di arancione. Altri 5 comuni, dopo i tre delle scorse settimane, da domani subiranno un innalzamento dei livelli di sicurezza.
Un’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci ha posto in zona arancione oltre a Butera, nel nisseno, Barcellona Pozzo di Gotto, Fiumedinisi, Gualtieri Sicaminò, Milazzo e San Filippo del Mela, tutti in provincia di Messina. Una disposizione che troverà applicazione da domani fino a San Silvestro. A proporre la disposizione il dipartimento regionale Asoe. In provincia di Messina sono nelle medesime condizioni anche Terme Vigliatore, Itala e Scaletta Zanclea per precedenti ordinanze.
La decisione è arrivata in una delle giornate più nere di questa quarta ondata. Ben 17 i morti nell’Isola in sole 24 ore. Due di questi in provincia di Messina: un uomo di Messina di 79 anni e una donna di 85 di Motta Camastra. Entrambi erano vaccinati e ricoverati al Policlinico.
E proprio per questo quadro in rapida evoluzione, purtroppo negativa, oggi è previsto un vertice interaziendale con l’Asp e i vertici degli ospedali del territorio. È il commissario dell’azienda sanitaria Dino Alagna ad anticipare i temi. «Ci stiamo preparando ad una recrudescenza dei casi – spiega – un po’ come è successo l’anno scorso più o meno nello stesso periodo. Dovremo preparare un centinaio di nuovi posti letto covid, sia per quel che riguarda l’area medica che quella intensiva».
Oggi in provincia ci sono 104 ricoverati (Policlinico 58 di cui 13 in Rianimazione, Papardo 30 di cui 5 in Rianimazione, Cutroni Zodda Barcellona 8, Irccs Piemonte 8.
«Al Policlinico – prevede il commissario Asp Alagna – e al Papardo dovremo chiedere di mettere a disposizione altre terapie intensive. Mentre il Cutroni Zodda di Barcellona, come l’anno scorso, potrebbe essere integralmente convertito in ospedale Covid. Con dei percorsi autonomi e sterili, potrebbe però, essere “salvato” il reparto di Chirurgia generale. Purtroppo da una decina di giorni a questa parte assistiamo ad una significativa crescita dei contagi e i classici ricongiungimenti familiari di Natale non aiutano. Non possiamo farci trovare impreparati e per questo serve avere più spazi covid negli ospedali».
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