È di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di corruzione, fraudolento danneggiamento, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale – anche in certificati e autorizzazioni amministrative – e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente l’accusa più grave mossa dalla Procura di Messina e dei carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sulla “Cricca delle strade”. Ne devono rispondere Antonio Navarria, Alessandro Molteni, Antonino Triolo, Santo Triglia, Gaetana Cardile, Andrea Lo Conti, Antonino e Filippo Cosentino. Tutto nasce il 28 gennaio 2019: Molteni manda una mail al Comando di Mongiuffi Melia chiedendo di conoscere i dati di un veicolo responsabile di un versamento di gasolio, ottenendo però risposta negativa. Il 2 marzo, i carabinieri notano fuori dal Comune di Mongiuffi un’auto della polizia municipale di Letojanni. Poco dopo, giunge alla Stazione dell’Arma una richiesta di intervento di una impiegata nell’Ente. I militari si recano al Comune e notano Molteni con l’ispettore della Municipale Triglia che discutono con due vigilesse a cui chiedono le generalità del conducente del veicolo che ha sparso carburante sulla Sp 11. Le donne dicono ai carabinieri di essere state intimorite «dall’atteggiamento ostile di Molteni», pronto a minacciare di denuncia penale. I miliari si insospettiscono del fatto che i due uomini sono in trasferta e si occupano di un sinistro in un territorio non di competenza. Poi, «per trovare un responsabile», Triglia redige una relazione di servizio individuando un veicolo estraneo ai fatti. Il proprietario, non a caso, disconosce il sinistro. Tramite la società schermo, viene chiesto alla compagnia assicurativa del malcapitato un risarcimento di 53.731,40 euro, più onorari stragiudiziali per 8.662,38 euro. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina