È nuovamente emergenza ambientale a Capo d’Orlando a causa dei reflui fognari della città che sfociano a mare nel tratto del lungomare di Tavola Grande, distrutto dall’ultima mareggiata.
Il sopralluogo effettuato dai tecnici del comune paladino, coordinati dall’architetto Mario Sidoti, non lascia dubbi sull’emergenza che la città sta vivendo e che dovrà subire sino a quando la condotta fognaria non sarà allontanata dalla battigia. La sua ubicazione, intubata com’è sotto il manto stradale, a meno di due metri dalle onde, ha dimostrato come sono stati inutili sinora i ripetuti interventi di riparazione. Purtroppo l’erosione costiera in questi anni ha privato questo tratto di costa di decine di metri di spiaggia, avvicinando paurosamente la battigia alla strada. Ma oltre alla condotta a subire danni enormi sono stati anche un centinaio di metri della strada sotto la quale scorre e persino i cavi dell’alta tensione. Così ora tutti i reflui fognari della città sfociano a mare mentre quelli provenienti dalla parte a Ponente riescono a raggiungere il depuratore, ubicato a 200 metri dal tratto di strada distrutto. Impianto che, come dichiara alla “Gazzetta del Sud” l’architetto Mario Sidoti, funziona ancora perché alimentato da una cabina elettrica autonoma. Da ieri il depuratore, l’aviopista di un club privato e l’elipista della Protezione civile sono raggiungibili solo a piedi.
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