Messina

Lunedì 29 Aprile 2024

Processo Caf-Fenapi, chiesti tre anni di carcere per il sindaco Cateno De Luca. Sentenza il 10 gennaio

Cateno De Luca appena arrivato a Palazzo Piacentini

Tre anni di reclusione. È stata questa la richiesta di condanna per il sindaco di Messina Cateno De Luca al processo di primo grado Caf-Fenapi davanti al giudice monocratico Simona Monforte, ovvero la presunta maxi evasione fiscale da un milione e 750 mila euro scoperta dalla Guardia di Finanza dopo un’indagine sul patronato nazionale. Secondo il Pm Francesco Massara il sindaco De Luca è coinvolto tra gli altri imputati come vero e proprio "dominus" del Caf-Fenapi, per l’ultimo crocevia giudiziario ancora in piedi a carico del sindaco della città dello Stretto. Oltre all'ex deputato regionale Cateno De Luca e al suo collaboratore Carmelo Satta, ex sindaco di Alì, sono coinvolti nel processo Cristina e Floretana Triolo; l'ex sindaco di S. Teresa di Riva Antonino Bartolotta, Giuseppe Ciatto, Francesco Vito, Carmelina Cassaniti e Fabio Nicita. Tra gli imputati c'è anche la srl Caf Fenapi. Le Triolo sono due collaboratrici di De Luca e lavorano anche alla Fenapi, Ciatto è un commercialista che fa le dichiarazioni fiscali del Caf Fenapi, Nicita è il vicepresidente del cda della Fenapi, Cassaniti legale rappresentante del Caf Fenapi, Bartolotta è uno stretto collaboratore di De Luca e Vito è il responsabile dell'area fiscale del Caf Fenapi. Il pm Massara ha chiesto quindi in definitiva solo tre condanne, a 3 anni per De Luca e Satta, a 2 anni per Ciatto, e l'assoluzione per tutti gli altri imputati. Richiesta anche la dichiarazione di prescrizione per alcuni reati. Dopo la conclusione della prima arringa, quella dell'avvocato esperto in diritto tributario-fiscale Emiliano Covino, il sindaco Cateno De Luca, che da circa un'ora è in aula, ha chiesto al giudice tramite il suo difensore, il prof. Carlo Taormina, di fare delle dichiarazioni. Il giudice Simona Monforte ha sospeso l'udienza per dieci minuti. Il sindaco De Luca ha scelto poi di rilasciare dichiarazioni spontanee affermando, tra le altre cose "i miei redditi sono frutto della mia onestà", e "non sono mai stato un amministratore di fatto del Caf-Fenapi, è una insinuazione da parte dell'accusa che respingo con forza, sono un manager che ha creato la Fenapi, mi occupo di patronato dall'età di 15 anni, e stiamo parlando di una struttura presente in 78 province e 19 regioni". De Luca ha poi sottolineato più volte che questo processo penale sembra la replica del processo tributario. Il presidente ha rinviato al 10 gennaio la decisione ed eventuali repliche del pm.

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