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Policlinico, lo stop a senologia e quelle domande senza risposta

Il «rischio clinico» evidenziato per le pazienti, è stato “tollerato” per oltre un anno e mezzo?

Il Policlinico di Messina

C’è un concetto chiave, nella nota con cui il commissario straordinario del Policlinico, Giampiero Bonaccorsi, ha ribadito lo stop agli interventi chirurgici per tumore alla mammella. Quattro righe pesanti come il piombo: «Gli interventi eseguiti al di fuori del percorso normativamente delineato dalla Regione , oltre a non ricevere la corrispondente remunerazione tariffaria, espongono ad un rischio clinico non sostenibile e non giustificabile in alcun modo».

È un concetto chiave perché il Policlinico è fuori da quel “percorso”, la cosiddetta Breast Unit, dal 31 gennaio 2020. Da qui la domanda, inquietante: il «rischio clinico» evidenziato, è stato “tollerato” per oltre un anno e mezzo? Cioè fino allo stop del 16 novembre scorso?

Se lo chiede anche chi, quegli interventi chirurgici, li ha effettuati, all’interno dell’azienda ospedaliera universitaria, il prof. Giuseppe Navarra. Che sabato scorso ha inviato una nota di risposta a Bonaccorsi, ponendo, tra l’altro, un quesito: «Quali sono gli elementi di rischio clinico non sostenibile e non giustificabile in alcun modo?». Navarra, nella sua lunga nota, premette che «lo stupore e l’incredulità del sottoscritto (a cui aveva fatto riferimento anche Bonaccorsi, ndc) non nasce dalla non remunerabilità degli interventi chirurgici di tumore alla mammella, bensì dalla diffida ricevuta dall’azienda a proseguire, contenuta in una nota assessoriale non allegata, e nella sua disposizione di interruzione immediata degli interventi».

Quindi evidenzia tutta una serie di anomalie nell’iter che ha portato all’esclusione del Policlinico dalla rete senologica regionale, e poi allo stop agli interventi per tumore al seno.

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