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Barcellona, accuse confermate in appello per Santino Napoli e Giambò

Lo stralcio ”Gotha 7” su Cosa nostra barcellonese

L’ex vice presidente del Consiglio di Milazzo, Santino Napoli

Restano in piedi due condanne e un’assoluzione in Corte d’appello per il processo stralcio dell’operazione antimafia “Gotha 7” celebrato ieri sulle dinamiche criminali di Cosa nostra barcellonese. Uno stralcio che riguardava il barcellonese Carmelo Giambò, l’ex vice presidente del consiglio comunale di Milazzo, Santino Napoli, e il boss Giovanni Rao, per lungo tempo ai vertici della famiglia mafiosa. E partendo proprio da Rao, il collegio della sezione penale presieduta dal giudice Alfredo Sicuro ha rigettato l’appello della Procura - il sostituto procuratore generale Felice Lima aveva chiesto 10 anni per l’accusa -, contro l’assoluzione del primo grado, confermando la sentenza del tribunale di Barcellona che lo scagionò nel luglio del 2020. Rao rispondeva solamente di estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni della catena di profumerie “Principato & Bonanno”, ma è stata confermata l’assoluzione «per non aver commesso il fatto». Per Napoli invece, concedendogli le attenuanti generiche, i giudici hanno ridotto la condanna a 6 anni rispetto agli 8 inflitti in primo grado. Conferma integrale in appello dei 13 anni inflitti in primo grado ha invece registrato il barcellonese ed ex killer del gruppo Carmelo Giambò, il dichiarante che di recente ha avuto una vicenda controversa per la sua collaborazione, non ritenta credibile dalla Distrettuale antimafia di Messina, finita poi con la richiesta di revoca. Giambò anche in appello è stato quindi riconosciuto colpevole delle estorsioni con modalità mafiose ai danni di una importante attività di Milazzo, prendendo di mira il responsabile del centro commerciale “Milazzo” di contrada Faraone, Antonino Giordano.

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