Si avvia a conclusione il processo a carico di Giuseppe Pezzino, 31 anni, e Antonino Pezzino, 61 anni, residenti nella frazione Canneto, dove nella via Mare si sviluppò una serie di incendi sin da gennaio del 2004, ritenuti al tempo misteriosi, calamitando l’attenzione di media e giornalisti venuti anche dall’estero.
A carico dei due imputati, che sono difesi rispettivamente dall’avv. Domenico Magistro e dall’avv. Francesco Pizzuto, l’accusa d’incendio, danneggiamento seguito da incendio, concorso in truffa e procurato allarme.
Nelle varie udienze sono stati sentiti i testimoni e visionati i filmati delle telecamere, che avrebbero inchiodato Giuseppe Pezzino, quale artefice degli incendi di un preciso periodo. Accolte anche le deposizioni di quanti si sono costituiti parte civile. Nell’ultima udienza dello scorso 25 ottobre, il pm ha avanzato la richiesta di 7 anni di carcere per Giuseppe Pezzino e di 2 anni per il padre Antonino. Nella prossima udienza saranno i legali dei due imputati ad illustrare le tesi difensive, cui potrebbe seguire la sentenza.
Come si ricorda i “fuochi di Canneto”, iniziati nel gennaio del 2004, in un primo momento attribuiti a fenomeni riconducibili alla presenza della linea ferrata in prossimità del borgo, furono archiviati dopo le indagini condotte dalla magistratura di Mistretta, che aveva attribuito i fenomeni misteriosi a mano umana. Dopo qualche anno di stasi, il mistero si è ripresentato nel 2014, con episodi incendiari nelle case di ignari abitanti, tanto da dare vita alla costituzione di un gruppo interistituzionale di studiosi e scienziati di caratura internazionale per individuare la natura dei fenomeni.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia