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Report nella bufera: "Ha trasmesso servizio a favore dei No Vax". Ranucci: "Che cosa hanno visto?"

«Ieri sera su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e No Green Pass. Su questo chiediamo un un chiarimento ai vertici Rai», annunciano i componenti Pd della Vigilanza Rai facendo riferimento al «servizio "Non c'è due senza tre" andato in onda lunedì sera su RaiTre all’interno della trasmissione 'Report'».
«Sedicenti infermieri, irriconoscibili e coperti dall’anonimato come se si trattasse di pentiti di mafia, che affermano di essersi infettati per responsabilità delle aziende farmaceutiche. Un sedicente "collaboratore del Comitato tecnico scientifico", anch’egli irriconoscibile e anonimo, che - prosegue sempre una nota dem - denuncia la totale imperizia dell’organismo su cui poggiano le decisioni politiche a tutela della salute pubblica dall’inizio della pandemia. Dubbi sull'efficacia dei vaccini, perplessità sulla durata della copertura degli anticorpi, affermazioni del tutto campate in aria sulla "larga frequenza di effetti collaterali" dopo la somministrazione del vaccino anti Covid, speculazioni dietrologiche sul "grande business della terza dose" detenuto da "multinazionali del farmaco" concentrate solo a "accumulare enormi profitti con la perdita di efficacia della terza dose", dubbi sulla efficacia del Green Pass e della sua eventuale estensione».

«Questo e molto altro - si legge ancora nella nota Pd - è lo spettacolo a cui hanno assistito ieri sera i telespettatori italiani su Rai Tre». «Con il servizio di Report "Non c'è due senza tre"», si osserva ancora «è andato in onda un lungo compendio delle più gravi e irresponsabili tesi antivacciniste. Un episodio molto grave di disinformazione su una rete del servizio pubblico radiotelevisivo, tanto più discutibile perché avvenuto proprio mentre operatori sanitari, giornalisti ed esponenti delle istituzioni sono obiettivo di manifestazioni No Vax e No Green Pass, spesso violente, che si alimentano proprio delle falsità contenute e diffuse dal servizio di Report».
«Per questo - concludono i parlamentari dem - abbiamo chiesto al presidente e all’amministratore delegato della Rai, insieme al direttore di RaiTre, Franco Di Mare, se fossero a conoscenza dei contenuti del servizio summenzionato, se ne avessero avallato la diffusione, quali iniziativa intendono mettere in campo per ristabilire un livello corretto e veritiero di informazione sui vaccini anti Covid, sul lavoro del Comitato tecnico scientifico e sulle decisioni assunte dal Parlamento e dal governo a tutela della salute pubblica dall’avvio dell’epidemia di Covid 19 e fino ad oggi».

La risposta di Ranucci: "Ma che servizio hanno visto"

«Sono stufo di queste accuse. Sono vaccinato come tutta la redazione di Report, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero i contenuti no vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto il servizio». Così il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, replica alle accuse in merito alla puntata di ieri. «È da no vax dire che il 9 settembre Aifa si è sbagliata a scegliere con troppa fretta di iniettare il vaccino Moderna a dose intera quando la stessa azienda Moderna sei giorni prima aveva raccomandato metà dose? - dice all’Ansa - È da no vax chiedere che venga fatto il tampone più frequentemente agli infermieri che rischiano di contagiarsi perché cala l’efficacia del vaccino? È da no vax chiedere di sorvegliare con attenzione gli anticorpi per fare prevenzione?» «L'inchiesta - prosegue - aveva come ospiti scienziati del calibro dei membri del Fda e ha portato come esempio virtuoso Israele che ha già vaccinato il 65% della popolazione studiando il comportamento degli anticorpi, mentre da noi non c'è traccia di uno studio dell’Iss annunciato un anno fa. Solo il laboratorio del Niguarda di Milano sta facendo uno studio volontario». Ranucci precisa, inoltre, che «solo un infermiere non è apparso in video, ma gli altri, a cominciare dai sindacati, ci hanno messo la faccia» e che «non esiste nessuna infermiera che dice di essersi infettata a causa delle case farmaceutiche. Non so quale programma abbiano visto».

«Su come è stato prorogato il Green Pass - dice ancora - non abbiamo fatto altro che riportare lo scambio dei i documenti intercorsi tra il ministro della Salute e il Cts. Sono no vax anche loro?" «Report è da sempre a favore del vaccino come migliore prevenzione, ma un fatto non ha colorazioni no vax - conclude Ranucci -. È un fatto punto, che piaccia o no. Cercare di nascondere degli errori è il miglior modo di alimentare chi non crede nel vaccino. Inoltre, la conclusione della puntata era che bisogna fare la terza dose, chiedendo attenzione però a farla ai giovani, e soprattutto che il Green Pass ha validità sei mesi non 12. Il contrario di quello di cui ci accusano. Semmai c'era un messaggio etico: pensiamo anche a vaccinare chi nel terzo mondo non ha neppure la prima dose».

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