«Queste sono le condizioni di insularità quando piove o tira vento». Michele Barresi, segretario generale della Uiltrasporti, prima di arrivare nello studio televisivo di Rtp, per la puntata di “Scirocco”, il talk condotto da Emilio Pintaldi, ha fatto un salto nelle aree portuali. E ha toccato con mano, per l’ennesima volta, cosa significa essere “pendolari dello Stretto”, soprattutto quando ci si imbatte nelle avverse condizioni meteo. Di fatto, verso le 14 ieri si è fermato il traghettamento veloce gestito dai mezzi Blu Jet e si è interrotto ogni collegamento con Reggio Calabria. I viaggiatori nella tratta Messina-Villa San Giovanni sono stati dirottati sulla navi ferroviarie (la “Scilla” delle 16 e la “Villa” delle 17,30, in partenza cioè tre ore dopo...). «Enormi i disagi per gli utenti – commenta Barresi –, non solo per la esiguità dei collegamenti rimasti, ma anche per una serie di problematiche logistiche visto che da tempo la navigazione dei passeggeri nelle invasature di Messina e Villa è inibita sulle navi ferroviarie e sono inutilizzate le rampe di accesso, pertanto pendolari e viaggiatori si sono visti costretti ad imbarcarsi tra i vagoni dei treni merci, dal ponte binari, al vento e alla pioggia». Si possono imbastire tutti i discorsi del mondo, si possono fare gli annunci più strabilianti di investimenti nel potenziamento delle flotte marittime e nella transizione ecologica di navi e porti, ma la realtà, da decenni, è sempre la stessa: il senso di precarietà. Lo Stretto come un imbuto, anziché come il crocevia di tutte le rotte del futuro. Lo Stretto come fatica, da conquistarsi, a piedi, con la valigia di cartone in mano.
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