La Sicilia è un’isola. Si dirà, bella scoperta... Lo Stato italiano, però, non ha mai considerato la particolare situazione derivante dalle condizioni di insularità, che comportano costi e svantaggi rispetto alle altre regioni, eccezion fatta per la Sardegna. Solo ora lo sta facendo, con una norma rivoluzionaria, inserita nel Ddl sulle Infrastrutture (all’esame del Senato), che modifica l’articolo 119 della Costituzione, riformulandolo in tal modo: «Lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità e dispone le misure necessarie a garantire un’effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili».
A questo passo, che sarebbe storico per le due Isole maggiori italiane, si aggiunge quello compiuto ieri alla Camera, con l’approvazione dell’ordine del giorno a firma della deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi, che impegna il Governo «a individuare e prevedere, già dalla prossima legge di bilancio, uno specifico stanziamento per compensare i costi della condizione di insularità della Regione siciliana già determinati in 6 miliardi di euro a carico dei cittadini e delle imprese siciliane». Un ordine del giorno che si collega al disegno di legge 3278 di conversione del decreto del settembre 2021 «recante disposizioni urgenti in materia di investimenti e di sicurezza e delle infrastrutture dei trasporti», nel cui ambito vengono introdotti «i criteri della specificità insulare».
Una «manovra a tenaglia», la definisce il vicepresidente della Regione Gaetano Armao, per far valere finalmente il diritto dei siciliani alla pari opportunità rispetto a tutti gli altri abitanti dello Stivale.
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