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Messina, rifiuti all'estero. Ecco di quanto aumenterà la Tari per i cittadini

La prospettiva di trasferire all’estero la frazione indifferenziata che non può essere smaltita nell’isola preoccupa i cittadini

L'ufficio tributi del Municipio di Messina

Sarà vera impennata dei costi della Tari? Davvero i rifiuti messinesi, quelli siciliani, dovranno andare chissà dove all’estero per essere smaltiti a cifre del tutto simili a quelle del petrolio? Lo scenario più credibile, ma anche più ottimistico, suggerirebbe che per i cittadini messinesi dovrebbe profilarsi un rincaro ma non un salasso. Poi c’è una visione più nera che potrebbe rendere tutto decisamente più complesso e “salato”. Si tratterebbe dell’ipotesi per la quale gli spazi a disposizione negli impianti di smaltimento siciliani fossero esauriti o comunque, la Regione dovesse decidere che Messina deve inviare fuori regione la sua frazione indifferenziata alla cifra che l’azienda di Lentini Sicula Trasporti, quella che ha in dote l’immondizia di quasi tutta la Sicilia orientale, ha indicato cioè 334 euro a tonnellata.

Il calcolo

E allora facciamo due conti. Oggi la città produce 3.600 tonnellate al mese di indifferenziato. Per lo smaltimento il Comune paga, prendendo i soldi dalla Tari, 175 euro trasporto compreso, a tonnellata. Totale circa 7,5 milioni in un anno. Nell’ipotesi che tutta la indifferenziata cittadina finisse fuori regione ( la soluzione più economica è all’estero) a 334 euro a tonnellata, il conto sarebbe ben diverso. Intanto andrebbero aggiunti 25 euro di trasporto fino a Lentini e poi la cifra schizzerebbe su base annuale a 15,5 milioni di euro. Gli otto milioni in più avrebbero un’incidenza sulla Tari molto pesante. Quella in vigenza è di 48,4 milioni e quel surplus varrebbe, da solo quasi il 17% di aumento in un solo anno. Molto di più di quanto il Consiglio ha evitato bocciando il piano finanziario arrivato in Aula lo scorso luglio. In soldoni, chi oggi paga 300 euro di Tari arriverebbe a quota 350. Ma lo scenario più credibile da qui al 15 novembre, quando la dovrebbe esserci la nuova ridistribuzione dei carichi sulle varie discariche siciliane, presenta una soluzione più politica.

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