Si è conclusa l’altra mattina in corte d’appello l’odissea giudiziaria del 51enne taorminese Vincenzo Buciunì, arrestato e poi condannato in primo grado a 3 anni e otto mesi di reclusione nel settembre del 2020, con il rito abbreviato davanti al gup, per le gravi accuse di tentata estorsione e atti persecutori. In appello è stato tutto ribaltato, i giudici lo hanno assolto con la formula «perché il fatto non sussiste», ed hanno disposto anche la trasmissione degli atti in Procura «per la sue valutazioni in ordine alla posizione» della parte offesa del primo grado processuale, che a suo tempo denunciò l’uomo. La presunta vittima, compagno della sua ex, aveva infatti raccontato di richieste di denaro anche sul luogo di lavoro, minacce verbali e telefoniche anche ad altri familiari. In realtà un quadro che stando alla sentenza d’appello era del tutto privo di fondamento. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina