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Parco delle Eolie, lo sviluppo boicottato

Si continua a ignorare una legge nazionale del 2007 per privilegiare piccoli interessi locali. Con la complicità delle politica. Sarebbe fonte di preziosi finanziamenti e darebbe slancio al turismo di qualità

Alle Eolie puoi parlare di tutto, con tutti, ma quando fai riferimento al “Parco Nazionale” ti ritrovi da solo. Da solo con una barriera di silenzio. Tutti pronti ad ignorare l’esistenza di una legge (la 222 del 2007) che da circa 14 anni prevede l’istituzione di ben quattro Parchi nella nostra regione ma che non trova attuazione. L’unico istituito è quello di Pantelleria, nel 2016 grazie ad un tempestivo decreto emanato dal Presidente della Repubblica a seguito del disastroso incendio che ha distrutto parte del patrimonio forestale.
Per il resto tutto tace. Silenzio assordante nell’arcipelago eoliano dove l’iniziativa, promossa dall’allora ministro Pecoraro Scanio ancora oggi (come riportiamo nel servizio a fianco), è stata respinta, prima con una raccolta di oltre 4000 firme e poi addirittura con una delibera di consiglio comunale. Provvedimento che però non poteva impedire l’attuazione di quanto previsto da una legge nazionale. Tant’è – a voler rileggere questa assurda vicenda tipicamente italiana – il successore di Pecoraro Scanio, la siciliana Stefania Prestigiacomo, nel 2010 sollecitò incontri esplorativi per definire la perimetrazione del parco ed avviare la stesura del decreto istitutivo nel settembre 2010, con la previsione delle risorse finanziarie utili alla creazione del parco nazional delle isole Eolie.

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