Alessio Micale, il consigliere comunale che negli ultimi mesi veniva indicato da più parti, quale candidato a sindaco dell’attuale opposizione che si contrappone al primo cittadino Franco Ingrillì ( in corsa per la ricandidatura), non sarà della partita. E non solo per la corsa verso la poltrona più alta della città, ma anche per un posto in aula, quell’aula che lo vede tra gli scranni da ben 10 anni.
Le motivazioni? Le ha tentate di spiegare pubblicamente in una lunga dichiarazione nella quale si coglie tutta l’amarezza per l’interruzione del percorso che aveva avviato con convinzione e speranza. È stato un tentativo, perché Micale rimane sul vago, né fa nomi e cognomi di coloro che lo avrebbero scoraggiato.
Scrive, tra l’altro: «Quella che ho visto e vissuto negli ultimi tempi a Capo d'Orlando non è politica nella sua nobile accezione. È altro, e non è accettabile». La delusione è proprio tanta, tant’è che si continua a leggere: «Ma oggi, dopo tanto lavoro, non posso essere strumento di dinamiche che non sono le mie, non appartengono alla mia storia, alla nostra storia».
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