All’Università di Messina (e non solo) c’è una nuova "facoltà". La facoltà... di libera scelta. E di dire no al Green pass. Ci sono anche otto docenti messinesi tra i primi 150 firmatari (ma le sottoscrizioni sarebbero arrivate a circa 300) del manifesto nazionale col quale i professori universitari dicono no alla certificazione verde per accedere negli Atenei. Un numero piuttosto basso, se si considera che, secondo il Miur, nell’anno accademico 2019-2020 era di quasi 70 mila il totale tra professori ordinari, associati, ricercatori e titolari di assegni di ricerca. Ma che fa comunque discutere, perché si tratta di uomini di scienza, seppur di svariate discipline, disposti a metterci la faccia – e la firma – per opporsi allo strumento principe varato dal Governo italiano per convincere gli indecisi a vaccinarsi contro il Covid-19. Il manifesto è un no alla «discriminazione» e chi lo ha firmato ritiene che «si debba preservare la libertà di scelta di tutti e favorire l’inclusione paritaria, in ogni sua forma. Nella situazione attuale, o si subisce il Green pass, oppure si viene esclusi dalla possibilità di frequentare le aule universitarie e, nel caso dei docenti, si è sospesi dall’insegnamento: tutto questo viola quei diritti di studio e formazione che sono garantiti dalla Costituzione e rappresenta un pericoloso precedente».
Gli otto messinesi, tra docenti e ricercatori, sono Dario Caroniti e Daniele Tranchida (Scienze politiche e giuridiche), Antonella Arena (Ingegneria), Dino Costa, Mauro Federico e Alessandro Tripodo (Scienze matematiche e informatiche, scienze fisiche e scienze della terra), Pier Luca Marzo (Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali), Francesco Parisi (Civiltà antiche e moderne). Nessuno di loro appartiene a dipartimenti sanitari
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