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Edilizia a Messina, tutti i numeri della ripresa. Ma il lavoro è ancora... nero

Dati in controtendenza per la prima volta da dieci anni a questa parte. Ma il 75% dei lavoratori impiegati nel settore sono in nero. Ecco perchè

I segnali di ripresa ci sono. I numeri dell’edilizia rimangono distanti anni luce da quelli di dieci anni fa, ma nonostante l’emergenza pandemica qualcosa si muove. Per la prima volta da dieci anni a questa parte aumentano sia le imprese attive che i lavoratori occupati. Cresce anche, però, l’impiego del lavoro nero, con un dato record – oltre il 75% – che è più del doppio rispetto al 2011. Sono questi gli spunti chiave del consueto report ferragostano sull’edilizia, diffuso da Uil Messina e Feneal Uil Messina-Palermo ed elaborato con un incrocio di dati di Cassa edile, Inps e Inail. «Finalmente, dopo un lunghissimo trend negativo – evidenziano i segretari Ivan Tripodi e Pasquale De Vardo – emergono, in questo primo semestre del 2021, concreti ed incoraggianti segnali di ripesa, una tangibile controtendenza, in primis occupazionale, nel mondo dell’edilizia». Un’occasione «per lanciare, con la forza dei numeri, l’ennesimo appello finalizzato all’indispensabile rilancio del comparto delle costruzioni nella provincia di Messina».

La forza dei numeri, appunto. La Uil sottolinea come i dati, fino all’inizio dell’emergenza Covid, fossero già «terrificanti», per poi peggiorare ulteriormente nel 2020. Ora i primi segnali di ripresa. «Nel giro di 10 anni – spiegano i sindacalisti – i lavoratori occupati sono scesi da 14.687 del 2011 a soli 5.294 del 2020, mentre nel primo semestre 2021 sono tornati a crescere facendo registrare 5.830 lavoratori attivi in tutta la provincia. Le imprese attive, che sono il vero tessuto socio-economico, si erano drammaticamente dimezzate, passando dalle 2.937 del 2011 alle sole 1.355 del 2020, mentre anche queste nel primo semestre 2021 sono diventate già 1.478.

L’unico dato che non inverte il trend negativo è quello relativo alla piaga del lavoro nero che è vertiginosamente aumentato di oltre il 40%: i lavoratori in nero oggi presenti in un cantiere sono mediamente oltre il 75% della forza-lavoro: un’inaccettabile tragedia sociale che necessita interventi radicali. La pandemia è stata una sciagura per tutti i settori e la giusta corsa finalizzata a garantire concreta solidarietà e l’indispensabile sostegno al reddito ha coinvolto, nella sola provincia di Messina, decine di migliaia di lavoratori. In questo quadro – proseguono Tripodi e De Vardo – dobbiamo denunciare come l’importante strumento della cassa integrazione ha evidenziato atteggiamenti fortemente censurabili da parte di tanti sedicenti imprenditori, i quali, in maniera furbesca, hanno approfittato della situazione attraverso l’utilizzo delle varie misure messe in campo a favore dei lavoratori che, però, sono stati costretti a proseguire nell’attività lavorativa rigorosamente in nero.

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