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Così sarà la nuova mobilità a Messina: meno auto e più spazi a piedi o in bici

Così entro il 2030 dovrà cambiare il modo di muoversi in città: meno auto più spazi pedonali, piste ciclabili, trasporto pubblico e sicurezza nelle strade

Dieci anni per cambiare volto alla città. Lo step finale è fissato nel 2030 e le basi sono state fissate con uno strumento che, ad un certo punto, ha rischiato anche di “vacillare” per le solite storture burocratiche di Palazzo Zanca, ma che adesso veleggia verso gli ultimi, conclusivi passaggi: il Piano urbano della mobilità sostenibile. Già, perché per cambiare volto ad una città è necessario cambiare il modo di muoversi, di quella stessa città. Ridefinire la mobilità, renderla, appunto, sostenibile. Un percorso decennale, che di fatto è già partito (il 4 agosto la Giunta De Luca ha adottato il Pums, che entro fine anno arriverà in consiglio comunale il rapporto ambientale della Regione) e che è sintetizzato dalla grafica: meno auto, più spazi per i cittadini, a piedi o in bici.

Mondello: «Lavoro eccellente»

Non nasconde la propria soddisfazione colui il quale ha lavorato «in silenzio», come ama spesso dire, ad un Piano che richiedeva tappe precise affinché non si vanificasse il resto del percorso, l'assessore alla Mobilità urbana Salvatore Mondello: «Sono soddisfatto – spiega – perché è stato fatto un lavoro eccellente in tempi rapidissimi. L’obiettivo dell'adozione in Giunta entro il 5 agosto era imprescindibile e ci siamo riusciti. Devo ringraziare anche la società di ingegneria, la Tps Pro, una delle più importanti d’Italia, e voglio sottolineare l’importanza di una partecipazione non di facciata ma assolutamente concreta e attiva da parte dei cittadini e di tutti gli attori coinvolti, partecipazione che è stata tradotta in contributi reali alle previsioni del Piano. Questo è un passaggio fondamentale, insieme al Pums della Città metropolitana, perché ci dà modo di accedere ad ulteriori finanziamenti ma soprattutto, per la prima volta, costruisce una visione della mobilità cittadina a lunga gittata, decennale, creando un progetto che mira a ridurre l’utilizzo delle auto in favore della mobilità pedonale, delle biciclette, del trasporto pubblico locale. Tutto questo si integra con il lavoro fatto per l'integrazione Tpl-Metroferrovia, con i finanziamenti ottenuti per il Piano parcheggi e con un progetto ambizioso quale è la Metropolitana del mare». E nel solco di quanto fatto finora, Mondello assicura che saranno rapidi anche i tempi per l’approvazione definitiva, che secondo l'assessore dovrebbe avvenire «entro la fine di novembre».

Le isole pedonali

L’intero Piano si muove lungo la linea tracciata da 8 assi di scenario: mobilità pedonale, mobilità ciclistica, sicurezza stradale, trasporto pubblico locale, logistica urbana, sistema della sosta, Intelligent traffic system (Its) e azioni di mobility management.
Uno dei punti chiave è l’ampliamento della pedonalizzazione del centro. Lo scenario preferito da cittadini e stakeholders nei vari forum e tavoli tecnici è quello che prevede un percorso di pedonalizzazione lineare che, di fatto, congiunge piazza Duomo, piazza Cairoli e villa Dante, lungo le direttrici di via Primo Settembre e del viale San Martino: oltre 2 chilometri di nuova pedonalizzazione, un asse unico continuo di natura storico-artistica (Duomo), commerciale (viale San Martino) e ambientale (Villa Dante). Altra pedonalizzazione è quella di Capo Peloro, già parzialmente sperimentata in questi anni, soprattutto quest’estate: l’area sarebbe permanentemente pedonale (0-24) nel periodo estivo, con introduzione della Ztl nelle fasce orarie 2-8, 10-16 e 18-2.
Una novità è rappresentata dalle cosiddette “piazze di comunità”, cioè aree pedonali nei quartieri e nei villaggi al di là del centro città: vere e proprie piazze oggi occupate da parcheggi o semplicemente sottoutilizzate, tratti di strade (meglio se con vocazione commerciale), magari con mercato rionale. Luoghi da individuare, viene spiegato nel Pums, «con un processo trasparente e condiviso».

Accessibilità e sicurezza

Mobilità sostenibile significa anche accessibile a tutti. L’assessore Mondello spiega che nei prossimi mesi verrà avviato un progetto di abbattimento delle barriere architettoniche senza precedenti. Si chiama Peba (Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche) e nasce da uno studio effettuato su un’area di 4 km quadrati del centro. L’intera rete di marciapiedi e attraversamenti all’interno della Ztl dovrà essere adeguata. Punto che si collega al tema della sicurezza, e quindi alle Ztl, alle Zone 30 (con il limite di 30 km/h) e alle misure per calmierare la velocità sugli assi centrali della viabilità principale, con il limite di 40 km/h lungo il perimetro delle Ztl stesse (monitorato da autovelox) e gli attraversamento rialzati nei punti strategici.

Le piste ciclabili

Altro elemento cardine è la mobilità ciclistica. Essenziale andare oltre le attuali piste ciclo-pedonali, quella di 5 km della litoranea nord e quella del centro (pressoché “ignorato”) di 2,3 km. Il Pums prevede due itinerari principali: uno ionico, da Giampilieri Marina a Capo Peloro, e uno tirrenico, riutilizzando il vecchio tracciato ferroviario Messina-Palermo, con itinerari secondari di collegamento ai villaggi. In questo quadro vanno inserite le ciclo stazioni protette (saranno 14, 10 in corrispondenza delle fermate della Metroferrovia, 2 ai capolinea della tramvia e 2 all’interno delle aree pedonali Duomo e Cairoli) e il bike sharing (tre stazioni fisse all’università, al Duomo e alla stazione), da collegare anche a un percorso turistico che seguirà l’itinerario dell’ex tracciato ferroviario.

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