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Messina, riqualificazione di Capo Peloro. Ecco bando e risorse

Un altro passo avanti nella preziosa attività di valorizzazione della parte a nord del territorio comunale. Lo ha compiuto la Città metropolitana di Messina che ha approvato lo schema di bando e impegnato le somme per il “Concorso di progettazione per la riqualificazione dell’Area protetta Laguna di Capo Peloro”. Adempimenti predisposti dal Servizio ingegneria territoriale della V Direzione “Ambiente e pianificazione” di Palazzo dei leoni, per un impegno di spesa di 100.000 euro, da distribuire quali premi per i vincitori della selezione, secondo la seguente ripartizione: 1° classificato, 60.000 euro (al lordo di Iva e ogni altro onere di legge); 2° classificato, 25.000 euro; 3° classificato, 15.000 euro.
Si tratta di una procedura concorsuale aperta, in cui «i partecipanti dovranno elaborare una proposta ideativa che, nel rispetto dei costi, del programma di concorso e delle prestazioni richieste, permetta alla commissione giudicatrice di individuare, mediante formazione di graduatoria, il vincitore, e i due migliori classificati per un numero massimo di tre».

Proprio a chi si piazzerà sul gradino più alto del podio saranno affidate, previo reperimento delle risorse necessarie, le fasi della progettazione, con procedura negoziata senza bando. Il costo massimo dell’intervento (quadro economico, comprensivo di importo dei lavori, costi di progettazione, direzione lavori, collaudi, costi per la sicurezza, spese del concorso e somme a disposizione della Stazione appaltante) è fissato in 10.000.000 di euro, Iva compresa, mentre quello stimato per la realizzazione dell’opera ammonta a 7 milioni, di cui 2,8 per recupero e riqualificazione ambientale, altri 4,2 per la valorizzazione della filiera naturalistica e faunistica.
Lo studio di fattibilità tecnica ed economica riguarderà le porzioni limitrofe alle zone A (“Pantano grande” e “Pantano piccolo”) e B (canali Margi, Faro, Due Torri, Degli Inglesi e Catuso, arenile tra l’Istituto Marino e lo stesso canale Catuso), in accordo con il Comune e il Demanio marittimo. Queste le criticità presenti nella zona di intervento e da superare: dalla «eccessiva antropizzazione e mancato rispetto di una tipologia estetica delle costruzioni, che tenesse conto delle tradizioni locali e dei valori naturalistici dell’areale di Capo Peloro», peraltro «luogo di sosta e di nidificazione dell’avifauna» ai «fenomeni di vandalismo e microcriminalità, con conseguente degrado di arredi e strutture», dalla «carenza di adeguata manutenzione di aree a spazi verdi» alla «presenza di manufatti in lamiera e superfetazioni», per non parlare dei «manufatti d’epoca di interesse storico-architettonico in stato di degrado strutturale con evidente pericolosità per la pubblica incolumità (Torre degli Inglesi, Torre Saracena e Torre Bianca), meritevoli di essere recuperate».

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