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Trasporti nello Stretto e in Sicilia: oggi trattati peggio di settant’anni fa

Lo scandalo infrastrutturale in un dettagliato studio di un illustre docente universitario palermitano. Lo Stato ha il dovere di risarcire l’Isola con opere che non sono “facoltative” ma obbligate

Lo studio di uno dei più noti docenti universitari siciliani, il prof. Marcello Panzarella (Ateneo di Palermo), è una fotografia esatta, implacabile, incontestabile, dell’attuale situazione dei trasporti nello Stretto e in tutta la Sicilia.

Peggio di 70 anni fa

«Il chilometraggio di ferrovie in esercizio oggi in Sicilia è di molto inferiore a quello di 70 anni fa – è il fulminante attacco –. Dal 1950 fino a oggi ne sono stati dismessi ben 700 km, senza né integrazione né sostituzione. La rete Fs oggi in esercizio si estende per 1369 km, di cui 1146 a binario unico, e soltanto 223 a binario doppio ed elettrificato, che è poi, in tutto, solo il 16% del totale. Della rete a binario unico risultano elettrificati 791 km, mentre sui 578 km rimanenti la trazione è ancora termica (diesel!). Ne risulta che i siciliani sono stati trattati dallo Stato italiano peggio di una colonia d’Africa da parte dei conquistatori francesi...».

La mappa “deformata”

Nel suo studio, il prof. Panzarella inserisce tre mappe. La prima è quella disegnata dall'architetto Rem Koolhaas ed è una «carta geografica d'Europa mostruosamente deformata, in cui al maggior stiramento di un'area corrisponde un tempo di percorrenza maggiore della media, e, viceversa, a una maggiore compressione corrisponde un tempo di attraversamento minore della media. Le aree che in questa mappa appaiono più compresse sono perciò quelle servite da treni più veloci, più frequenti, su più linee. I Paesi Bassi figurano in questa mappa talmente compressi da conquistare il primo posto della velocità, ma vi appare molto compressa anche la val Padana. Al contrario, la Sicilia e la Calabria appaiono enormemente più dilatate rispetto alla loro misura geografica reale, proprio perché per percorrerle le ferrovie impiegano un tempo enormemente più lungo rispetto a quello impiegato per compiere gli stessi tragitti in altre parti d'Europa. Nella realtà, la superficie reale dei Paesi Bassi è di 41.543 Kmq, che è quasi perfettamente equivalente a quella della Sicilia e della Calabria sommate assieme: 41.053 Kmq. Ebbene, la dilatazione dovuta alla estrema lentezza dei viaggi di attraversamento fa sì che le due regioni assieme appaiano 3,37 volte più estese dei Paesi Bassi, come se fossero addirittura più grandi di un intero Paese europeo: 138.300 Kmq, contro i 132.000 Kmq della Grecia. Numeri impietosi, che descrivono efficacemente e senza appello quanto ingiusto e mortificante sia stato il trattamento riservato dallo Stato italiano alle regioni del suo Sud estremo».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Messina

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