Per troppo tempo sono state il “tallone d’Achille” della città. Il loro funzionamento a singhiozzo ha condizionato qualsiasi attività repressiva nel settore dello smaltimento dei rifiuti, degli atti di vandalismo e talora anche di gesti di micro-criminalità che sono rimasti impuniti. Milazzo e le telecamere non sono mai ...andati d’accordo e ciò è stato in questi anni un handicap non di poco conto.
Basta ricordare le liti in via Missori o in alcune aree del centro cittadino, i danneggiamenti di beni pubblici (panchina di villa Nastasi appena inaugurata e imbrattata o piantine distrutte). E da ultimo la vicenda del falso provvedimento del sindaco che vietava l’uso dell’acqua potabile. Non è stato ancora possibile risalire all’autore. Da tempo i cittadini, ma anche le forze politiche sollecitano non solo una revisione, ma anche un potenziamento dell’attuale impianto che conta su 32 telecamere installate sul territorio. Queste le zone interessate: piazza Sant’Antonio (zona Capo Milazzo), Borgo, Centro urbano, piazza Ngonia Tono, piazza San Papino lungomare Garibaldi, piazza Duomo, piazza della Repubblica, piazza Nastasi, via dei Mille, piazza XXV Aprile, lungomare di Ponente, via Stefano Trimboli (nei pressi della scuola), via San Paolino Zirilli, via Tommaso De Gregorio, piazza Peppino Impastato, via Ciantro (all'interno del parco giochi), via San Marco (in prossimità del centro sociale), piazza Stazione. Di queste però una decina non sarebbero funzionanti.
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