L’ultimatum dato al primo cittadino di Capo d’Orlando Franco Ingrillì dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria (Rsu) dei dipendenti comunali non ha sortito alcun effetto. Lo stipendio arretrato di marzo non è stato pagato entro ieri e così venendo meno quell’accordo sancito il 10 giugno e che prevedeva il pagamento di due stipendi arretrati entro il 30 giugno scorso, i duecento impiegati stamani lasceranno i loro uffici dalle 9 alle 14 per un’assemblea sindacale che di fatto bloccherà la macchina comunale anche se i servizi essenziali saranno garantiti. L’assemblea si terrà nella villa comunale di fronte a Palazzo Europa per garantire il distanziamento anticovid. Non è facile fare previsioni sul prosieguo della vertenza perché la mancata riscossione di almeno uno dei tre stipendi arretrati, gli altri sono aprile e maggio, ha esasperato ancora più gli animi dei dipendenti che ormai sono allo stremo delle forze e non solo economiche. C’é chi sta persino rinunciando alla tutela sanitaria specialistica mentre altri cominciano a trovare muri di gomma nell’accesso ai prestiti. Intanto dopo numerosi vigili urbani che si sono rivolti ad un legale per ottenere dal giudice del lavoro del Tribunale di Patti gli arretrati, altri dipendenti sembra abbiano deciso di voler perseguire la stessa strada.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia