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Nemo, il Garante dell’infanzia di Messina scrive al ministro della Salute

Costantino: «Grave disagio per le famiglie, chiedo l’invio di ispettori». «Quali sono i fatti reali che hanno portato alla chiusura?». E la Uil attacca: «Ci sono pesanti ed evidenti responsabilità»

«Sono un cittadino, un padre ed un operatore della sanità, prima che il Garante dell’Infanzia della città di Messina. Le scrivo di getto, senza formalità e giri di parole, per rappresentarle la necessità di un suo autorevole interessamento alla vicenda che riguarda la chiusura del Centro Nemo Sud di Messina». Esordisce così, Angelo Costantino, Garante dell'Infanzia, nella lettera che ieri ha inviato al ministro della Salute, Roberto Speranza. Una decisione assunta dopo aver ascoltato la denuncia-sfogo della mamma di Peter, uno dei piccoli pazienti del Nemo, alle prese con i primi intoppi del “dopo-Nemo” al Policlinico. E dopo aver visto l'immagine di quei due piccoli pazienti, su un lettino della saletta d'attesa dell'ospedale. Un'attesa rivelatasi, poi, vana.
«Nonostante la mobilitazione di tutte le famiglie che avevano affidato al Centro Nemo i propri figli, dell’intera cittadinanza attraverso una raccolta firme che ha raggiunto ad oggi circa 50000 adesioni e la mobilitazione di sindacati, consiglieri comunali e di molti parlamentari di Messina, il Centro Nemo ha chiuso – prosegue Costantino –. A tutt’oggi la cittadinanza non conosce le reali ragioni che hanno portato alla chiusura della struttura. Sono stati paventati, da parte dell’Università di Messina, profili d’irregolarità nella gestione del Centro, che sarebbero alla base del mancato rinnovo della convenzione con la Fondazione Aurora. La stessa Fondazione, di contro, ha più volte fatto riferimento a presunte posizioni preconcette da parte dell’Università, che avrebbe impedito il regolare svolgimento delle attività».

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