L’ultima occasione in cui si è riaperto seriamente il “file” del Patto per la Falce (la cui firma originaria avvenne agli inizi del 2016) risale alla fine dello scorso mese di febbraio. A quel tavolo, convocato dal presidente della Regione, Nello Musumeci, e dall’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà, erano seduti la soprintendente Mirella Vinci e il presidente dell’Autorità di Sistema portuale Mario Mega. Non c’era, invece, il Comune di Messina.
Che però vuole dire la sua, sull’area della città il cui pregio è direttamente proporzionale allo scempio che, negli anni, l’ha resa cattedrale del degrado. La zona falcata è probabilmente la porzione di territorio con i maggiori margini di crescita e di sviluppo, almeno a livello potenziale. E Palazzo Zanca non vuol stare a guardare.
Così, ieri, anziché il sindaco De Luca è stata la vicesindaca, Carlotta Previti, a mettere in atto un blitz, con la decisiva complicità di Matilde Siracusano, parlamentare nazionale di Forza Italia con la quale l’Amministrazione ha sempre più un filo diretto. Il blitz – lo chiamiamo così, ma è stato un incontro prettamente istituzionale – è avvenuto a Roma, dove Previti e Siracusano il sottosegretario del ministero alla Cultura, Lucia Borgonzoni.
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