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Inchiesta sugli sciatori di Messina, vigile della pg condannato a 8 mesi

In quei giorni freddi di marzo del 2020 quando la pandemia iniziò a palesarsi in tutta la sua gravità, a Messina imperversavano feroci polemiche social sulla cosiddetta “lista degli sciatori”

Il tribunale di Messina

In quei giorni freddi di marzo del 2020 quando la pandemia iniziò a palesarsi in tutta la sua gravità, a Messina imperversavano feroci polemiche social sulla cosiddetta “lista degli sciatori”, ovvero i vacanzieri della neve a Madonna di Campiglio e località sciistiche varie additati su facebook dal sindaco De Luca come novelli “untori”. E in quei giorni da caccia alle presunte streghe del contagio, di liste di partecipanti inventate di sana pianta sulle chat, di interventi risentiti da parte di intellettuali, popolani e casalinghe non vogheresi, cominciarono anche le attività di controllo da parte delle forze dell’ordine, dicasi la Digos, che su delega della Procura iniziò concretamente ad accertare nelle varie agenzie di viaggio messinesi queste liste di partecipanti alle settimane bianche organizzate e non tra il Trentino Alto Adige, il Piemonte e la Val d’Aosta.

Ma ci fu anche dell’altro, ovvero un’attività di riscontro anche da parte della Sezione di polizia giudiziaria della Polizia municipale, “paralella” o meno che fu», volta ad acquisire questa benedetta lista. il problema, poi rivelatosi foriero di grane giudiziarie, fu la mancata delega ad agire da parte dell’A.g., leggasi Autorità giudiziaria, nelle specifico la Procura, l’unico organo deputato a delegare indagini a qualsivoglia forza dell’ordine.

E c’è stato questo “agire senza delega” al centro dell’udienza preliminare che s’è tenuta l’altra mattina davanti al gup Eugenio Fiorentino, che purtroppo ha veduto coinvolto l’allora responsabile del Nucleo di pg della Polizia municipale, l’ispettore Giuseppe Parialò, che oltretutto è conosciuto per essere da sempre uno degli uomini migliori del Corpo.

Il responso finale vede una condanna in abbreviato ad 8 mesi (pena sospesa) per l’accusa di falso, decisa dal gup Fiorentino, per l’ispettore Parialò, che è stato assistito in questa vicenda dall’avvocato Antonio Li Causi. Secondo l’ipotesi accusatoria il falso sarebbe stato commesso quando Parialò nel marzo del 2020 chiese all’Asp-Policlinico di avere la famigerata “lista degli sciatori”, ma senza avere una delega specifica da parte della Procura, una lista che comunque non gli venne consegnata quando si presentò. Il falso si sarebbe concretizzato nell’invio della richiesta senza la delega della magistratura.

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