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Dispersione scolastica a Messina, dati contrastanti

Il tema oggetto di dibattito in seno alla Commissione consiliare. Ma per fare chiarezza si è rinviata la discussione al 30 giugno

Dispersione, piano Estate, programmazione di una nuova stagione che, dopo due anni scolastici da incubo, potrebbe cominciare con maggiori sicurezze, vista la campagna vaccinale anti-Covid in corso. Sono temi caldi, di vitale importanza, perché riguardano il presente e il futuro dei nostri studenti. Nei giorni scorsi, durante i lavori della Commissione consiliare presieduta dal prof. Dino Bramanti, è stata affrontata la delicata questione della dispersione scolastica. E si sono registrate posizioni diverse, perché da un lato è stato sottolineato come Messina abbia l’indice più basso rispetto alle altre province siciliane, dall’altro, però, sono stati contestati questi numeri. I dati di cui si è in possesso – va chiarito fin dall’inizio – sono fermi al 2018. Ma sappiamo benissimo che dal marzo 2020 il mondo è stato letteralmente stravolto dalla pandemia e il pianeta Scuola ovviamente è finito in una sorta di giostra impazzita, come sulle montagne russe, tra Did, Dad, ritorni in aula, di nuovo didattica integrata o a distanza, e poi paure, incertezze, voglia di riprendere il filo interrotto. E abbandoni. Ecco, questo è il problema più serio e drammatico da affrontare. Le cifre dicono poco o nulla. Perché anche dietro a percentuali che sembrano quasi irrisorie, si parla sempre di ragazze e ragazzi che lasciano le proprie classi, che rinunciano all’istruzione, che si chiudono in se stessi, nelle proprie stanze, dentro la propria vita virtuale, o vengono “consegnati” alla strada e sappiamo bene quali rischi comporta l’abbandono scolastico in terre di frontiera, in zone di frangia, in quartieri senza servizi e con fortissimi condizionamenti criminali.

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