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Messina, le ragioni del no all’Irccs Policlinico

In una lunga lettera i rappresentanti messinesi di Cgil, Uil e Fgu-Gilda spiegano la loro opposizione. Destinatari i ministeri interessati, ma anche l’Anticorruzione e la Corte dei Conti. Dal buco di bilancio al nodo accreditamento fino alle linee di ricerca: tutti i punti

«Forte preoccupazione sulla correttezza e sulle conseguenze della costituzione dell’Irccs Policlinico di Messina». Si mobilita il fronte del no all’ipotesi di trasformazione dell’azienda ospedaliera universitaria in un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, il secondo di Messina dopo il Neurolesi Bonino-Pulejo. Cgil, Uil e Fgu-Gilda, compatti fin dall’inizio nell’opporsi a questo percorso, hanno scritto ai ministri dell’Università e della Ricerca, della Salute, dell’Economia e delle Finanze, ma anche all’Autorità nazionale anticorruzione e alla Corte dei Conti. E lo hanno fatto a pochi giorni sia dalla presa di posizione della Cisl, che invece si è unita al fronte del sì (di cui facevano già parte Flc, Confsal e Nursind), sia dalle parole della ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. Quest’ultima, secondo un comunicato della segreteria nazionale proprio della Cisl, nel corso di un incontro del 30 aprile scorso avrebbe ribadito la necessità «di trovare soluzioni per tematiche come quella dei Policlinici universitari, che in stanno perdendo la propria specificità a causa di azioni che impropriamente tendono a convertire gli stessi Policlinici in aziende Sanitarie o in taluni casi in Irccs».

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