Arrivano le prime condanne, e sono parecchio pesanti, per l’inchiesta “Pechino” sui falsi centri estetici gestiti da cinesi tra Messina e Giardini Naxos, dove c’erano ragazze orientali che si prostituivano. In questo caso si tratta della sentenza dei due giudizi abbreviati decisi ieri dal gup Fabio Pagana.
Si tratta di un’indagine dei carabinieri coordinata dal procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci e dal sostituto Roberta la Speme. Gli imputati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione e di aver violato alcuni articoli della Legge Merlin, che nel 1958 abolì le “case chiuse”. In questo caso non erano rapporti completi ma si trattava di masturbazioni praticate ai clienti dei centri benessere, con un sovrapprezzo. I cinque imputati coinvolti nell’operazione “Pechino” sono il 43enne Xu Lingwei e il 45enne Hu Zhixiao, e poi la 40enne Ji Haichun, compagna di Lingwei, la 51enne Xu Linguei, sorella di Lingwei, e infine la 32enne Sun Chungui. Sono assistiti dagli avvocati Salvatore Carroccio, Salvatore Silvestro e Alessandro Pruiti. Ieri il gup Pagana ha deciso per due di loro che hanno scelto il rito abbreviato (gli altri tre saranno giudicati con il rito ordinario).
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