«La Regione siciliana aderisce al Progetto nazionale per la qualità dell’abitare, strumento finanziario prezioso che potrebbe aiutarci a mettere la parola fine alla vergogna della baraccopoli messinese. La proposta progettuale pilota è del Comune di Messina: mi ha chiamato il sindaco della città, gli ho comunicato di avere già concordato con l’assessore regionale Marco Falcone di convocare un'apposita seduta del governo per deliberare in tal senso e trasmettere gli atti al competente ministero delle Infrastrutture. Nei prossimi giorni incontrerò il ministro Giovannini per evidenziargli la priorità del progetto e la sua rilevanza sociale». Lo aveva annunciato, nella sua pagina social, il presidente Nello Musumeci. Per una volta, dunque, grande unità d’intenti tra Palermo e Messina...
Ma, in realtà, la Regione ha combinato un vero e proprio pasticcio e Messina ha rischiato seriamente di perdere (ieri scadeva il termine per la presentazione delle istanze al ministero delle Infrastrutture) la possibilità di accedere a tali risorse: 100 milioni di euro previsti dal progetto pilota redatto proprio dal Comune di Messina. L’assessorato regionale, infatti, aveva già inserito tre proposte, senza sapere che proprio tre era il tetto massimo di progetti da trasmettere a Roma, e dunque quello messinese non si sarebbe potuto inserire.
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