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Democrazia partecipata: a Messina giochi a Bordonaro, installazioni artistiche a Giostra

Una legge del 2014 obbliga i Comuni a investire il 2% dei fondi regionali in progetti scelti dalla popolazione. Ecco com’è andata

Governo del popolo. A volte è nell’etimologia di parole utilizzate ormai quotidianamente, che ne va ricercato il senso più profondo e spesso perduto. Questo significa, letteralmente, la parola “democrazia”: governo del popolo. E dal 2014 c’è una legge regionale, la numero 5, che sembra rifarsi proprio a quel senso letterale. È l’istituto della “democrazia partecipata”, che obbliga i comuni a spendere il 2% dei trasferimenti annui dalla Regione nel modo più democratico che ci sia: a scegliere cosa realizzare nella propria città sono proprio i cittadini, in forma diretta. I comuni che non si attengono devono poi restituire quelle somme.
A prendersi la briga di fornire una visione di insieme dei risultati raggiunti e raccontare le storie delle varie comunità locali è il laboratorio “Libellula”, che ha avviato il progetto di monitoraggio civico “Spendiamoli Insieme”. Nel 2020 sono stati trovati 77 “avvisi pubblici”, cioè atti attraverso i quali i Comuni siciliani invitano la cittadinanza a presentare e votare progetti, ai quali però seguono appena 38 informative, soprattutto delibere di giunta, che presentano l’esito dei processi.

I progetti a Messina

Come stanno le cose a Messina? Il primo tassello è stato posto nel 2016. Per quell’anno, però, osserva il laboratorio Libellula, «non si trovano documenti ufficiali online». Bisogna, dunque, rifarsi ai dati della Regione per scoprire che il capoluogo aveva a disposizione poco più di 163 mila euro e che sono stati spesi quasi per intero. Come? Con il progetto partecipato “Ecospazi urbani”, che prevedeva che in quattro aree periferiche (Camaro San Paolo, Villa Lina, Pistunina e villaggio Santo), venissero riqualificati piazzette e spazi collettivi, dopo averlo deciso insieme ai residenti. Riguardo agli esiti, però, si sa solo che a ottobre 2020 la piazzetta di Camaro San Paolo è stata effettivamente riqualificata. Non pervenute le altre aree interessate. Nessuna notizia, invece, per l’anno 2017: si sa solo che sono stati utilizzati appena 26.788 euro dei 109.200 a disposizione. Somme che per tre quarti, dunque, sono state restituite. Ancora peggio nel 2018: 108.325 euro di “budget”, tutti restituiti al mittente perché inutilizzati. L’anno di svolta è il 2019: il 29 maggio il consiglio comunale approva finalmente il Regolamento del Bilancio partecipativo, proposto nell’ottobre dell’anno precedente dal gruppo consiliare del M5S. Nel 2019, però, hanno votato appena 312 cittadini. La somma disponibile, 93.565,94 euro, viene destinata ai due progetti con più consensi: la piazzetta attrezzata di giochi per bambini di Bordonaro (127 voti, il cui cantiere è stato già avviato) e l’area giochi di Castanea (26 voti).
Anche l’anno scorso l’avviso è stato pubblicato, il 6 agosto, con termine ultimo per le proposte fissato al 30 settembre. Servirà, però, un’interrogazione di Cristina Cannistrà (M5S) per saperne di più: il 21 dicembre scorso la Giunta ha approvato il documento sulla partecipazione, con 658 proposte suddivise in 5 Aree tematiche. Due i progetti più “votati”, uno per viale Giostra e uno per Zafferia. A Zafferia, invece, il è prevista la realizzazione di un “impianto sportivo di base”, ma verrà realizzato solo in caso di eventuali economie dopo il progetto di Giostra.

 

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