Quando le indagini preliminari erano state chiuse l’elenco delle persone coinvolte era di ben 57. Ma all’udienza preliminare davanti al gup Maria Militello ne sono arrivate in tutto una quindicina. È l’inchiesta col nome in codice “Zifaf”, condotta dalla Distrettuale antimafia e dal Gico della Guardia di Finanza, che nel dicembre scorso dopo mesi di accertamenti ha permesso di far luce su un consolidato sistema illegale per l’organizzazione di falsi matrimoni tra italiani e stranieri, con marocchini, algerini e tunisini.
I riti avevano lo scopo di far conseguire la carta di soggiorno per motivi di famiglia, essenziale per l’ingresso e la permanenza in Italia, oppure per “sanare” la posizione degli extracomunitari che avevano subito decreti di espulsione dall’Italia.
E proprio durante l’udienza preliminare dell’altra mattina si è appreso che intanto è avvenuto un maxi stralcio per circa una trentina di indagati, e per altro verso che i pm hanno “secretato” un verbale di dichiarazioni rese di recente da una persona coinvolta, che evidentemente potrebbe portare a nuovi sviluppi.
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