“Nella suddivisione dei vaccini, non si è tenuto minimamente conto dei numeri reali del territorio -zona per zona- e la densità relativamente alla presenza dei soggetti beneficiari di corsie preferenziali, a partire dagli anziani”, così il responsabile provinciale organizzazione di Azione, Francesco De Pasquale.
“Da lunedì scorso, in Sicilia sono aperte le prenotazioni per la somministrazione dei vaccini riservati alla quota degli over 80. Siamo stati tra le prime regioni in Italia e il sistema che integra una linea telefonica e un sito internet per ottenere un appuntamento per l’inoculazione della prima dose, è decisamente ben fatto.
Tuttavia su questo fiore che sta sbocciando, si affaccia una nuvola: insiste infatti una distorsione nella distribuzione che muove indipendentemente dal numero degli “over” presenti nei CAP più vicini; ciò fa sì che siano numerosi i casi degli anziani che, nelle prossime settimane, dovranno spostarsi verso nosocomi siti in altri comuni della provincia (talvolta parliamo di distanze significative) perché sia loro garantita la dose vaccinale a cui hanno diritto e che non si trova sul territorio ove essi risiedono. Il piano vaccinale così sviluppato - prosegue De Pasquale - rischia di rappresentare (l’ennesimo) problema nel problema: un disagio profondo in sè al quale si sommano le difficoltà, anche in ottica di mobilità sul territorio, di anziani spesso non del tutto". autosufficienti.
Per questo Azione chiede un intervento urgente: "Auspichiamo che già nei prossimi giorni si ridisegni la mappa delle somministrazioni, aumentando la disponibilità dei vaccini nei 3 punti vaccinali presenti a Messina ma che soprattutto non si ripeta l’errore in vista delle prossime fasi: serve fronteggiare il problema prima che sia tardi. Per affrontare la questione distribuzione, si potrebbe considerare di destinare alle zone più vicine a chi ne fa richiesta, in considerazione non della residenza individuale bensì del luogo in cui è sito il medico di base di riferimento, le dosi necessarie. Ciò onde evitare di rimanere a corto in alcune aree e costringere gli aventi diritto a doversi spostare, cosa non sempre e per tutti possibile. Bisogna intervenire nel modus operandi già adesso che la campagna ha come target una piccola fetta di popolazione, prima che i destinatari diventino svariate decine di migliaia e il caos dovuto agli spostamenti cresca ulteriormente”.
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