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Messina, il sindaco De Luca contro il Governo: "Sul Recovery favorito il Nord, le briciole al Sud"

Cateno De Luca attacca la Regione Siciliana ma anche al governo nazionale sul Recovery Fund e il "saccheggio del Sud" come lo ha definito in conferenza stampa in diretta Facebook. Il sindaco metropolitano di Messina, il quale in questi giorni sostiene che le sue annunciate dimissioni siano ormai "irrevocabili", dopo la guerra contro l’ASP di Messina, ha "diffidato" la governance regionale. "Non siamo stati coinvolti nella distribuzione e individuazione delle risorse - ha spiegato - né noi come Amministrazione comunale né l’ANCI (ass. nazionale dei Comuni); c'è un divario enorme tra i finanziamenti che saranno destinati al Nord e quelli per il Sud, perché è stato calcolato solo il parametro della popolazione e non gli altri criteri previsti dall’Europa, cioè il PIL pro capite e il tasso medio di disoccupazione". De Luca infatti sostiene che a fronte del 34% di risorse, al momento programmate per il Meridione, e il 66% per il Settentrione, se si rispettassero tutti i parametri dell’Europa (e non solo il numero di abitanti), alle regioni meridionali spetterebbe ben il 75%, quindi tre quarti dei fondi speciali e non circa un terzo. In termini di numeri, secondo il primo cittadino messinese: "Dei 209 miliardi assegnati all’Italia (ma ancora non ufficialmente stanziati, ndr), ne dovremmo ottenere 156 mld (di cui 62 circa per sussidi e 94 circa per prestiti) e non solo 71 (28 per sussidi e 43 per prestiti), come invece al momento previsto. Dunque un inaccettabile abisso".
Il sindaco è poi entrato nel merito di alcune opere nuove previste dal Piano nazionale del Recovery Fund: "Su 43 miliardi solo poco più di 1 miliardo è destinato a città del Sud. Molti progetti tra l’altro sono già esistenti, come ad esempio la Salerno - Reggio Calabria o la linea Palermo-Catania-Messina, e tante altre perché finanziati attraverso differenti risorse, e allora stiamo giocando al gioco delle tre carte? Andrebbe piuttosto preso in considerazione il Ponte sullo Stretto che in termini di PIL e per una serie di criteri e valutazioni, avrebbe molte più ricadute positive sul territorio. La diffida alla Regione nasce dal fatto che non so in quale stanza sia stato fatto il Piano ma non è stato neppure preso in considerazione dallo Stato. Noi abbiamo presentato le nostre proposte attraverso l’ANCI nazionale: si tratta di progetti per 632 milioni complessivi con 9 schede in pieno rispetto dei parametri previsti, risanamento ambientale delle baracche solo per fare un esempio, transazione digitale, nuova rete idrica dell’AMAM (circa 90 milioni), tutte iniziative immediatamente cantierabili e realizzabili, e numerose altre". Infine De Luca ha invitato la politica ad intervenire subito, a creare un "gruppo trasversale" per vincere questa battaglia, occasione imperdibile per il prossimo futuro economico della nostra terra.

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