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Messina, polemica al vetriolo tra l’Authority e Franza sulle infrastrutture portuali

Il dibattito si è già arroventato sulla sponda calabrese, con un botta e risposta al “veleno”

L'area di Pentimele a Reggio dove dovrebbe sorgere il porto

Quale sarà l’interfaccia calabrese del porto di Tremestieri che, secondo i programmi già a lungo slittati, dovrà gestire tutti i traffici (auto e camion) liberando così il centro di Messina? Una questione da affrontare in una logica complessiva di sistema da parte della nuova Autorità portuale. E in questo contesto il dibattito è pronto ad “esplodere”. Anzi, si è già arroventato sulla sponda calabrese, con un botta e risposta al “veleno” tra il presidente Mario Paolo Mega e l’amministratore delegato della Caronte&Tourist, l’ing. Vincenzo Franza.

«Il porto di Reggio, per conformazione e posizionamento rispetto al centro abitato, non è adatto - ha detto Mega - a diventare l’alternativa a quello di Villa San Giovanni per i collegamenti tra la Calabria e la Sicilia. Il confronto che stiamo sviluppando in queste settimane con le Amministrazioni comunali di Reggio e Villa San Giovanni getterà le basi per il Piano regolatore di sistema portuale». Alle dichiarazioni di di Mega ha risposto immediatamente la Caronte&Tourist. «Come spesso accade – ha scritto Franza – è difficile non essere d’accordo con le lineari e trasparenti considerazioni dell’ing. Mega. Il porto di Reggio infatti non è idoneo al traffico di traghettamento e va conseguentemente realizzata una nuova infrastruttura dedicata più a nord. Allo stesso modo non lo è il porto di Villa San Giovanni e (è logico aggiungere) non lo sono né la Rada San Francesco né il porto storico di Messina. Non è per caso che sulla sponda sicula è stato realizzato un approdo di emergenza a Tremestieri, in corso di potenziamento per accogliere tutto il traghettamento. La constatazione è così ovvia che da più di 10 anni è depositato e disponibile un progetto per realizzare un nuovo approdo a sud di Villa San Giovanni, esattamente dove l’ing. Mega ipotizza di realizzarlo. Potremmo definirla la forza dell’evidenza».

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