Assolto. Perché il fatto non sussiste. Esce così di scena dal processo di primo grado Fabrizio Grasso, l'ex fidanzato della trentenne Eleonora Cubeta, accusato di maltrattamenti aggravati dalla morte. Una tragedia che destò l’attenzione nazionale. La ragazza fu trovata morta con un cappio al collo nel suo appartamento di Contesse la notte del 5 settembre del 2015. Ma i familiari non hanno mai creduto al suicidio.
Adesso però c'è la sentenza della Corte d'assise che lo ha scagionato, a fronte della richiesta di condanna a 13 anni di reclusione formulata dal pm Marco Accolla. Gli avvocati della famiglia, Giuseppa Abate e Luca Frontino, che hanno assistito i familiari, avevano da sempre insistito per riqualificare il fatto come omicidio o istigazione al suicidio. Il difensore dell'uomo, Pietro Fusca, dopo la sentenza ha dichiarato: "La Corte, accogliendo le nostre osservazioni difensive, ha ritenuto che il dibattimento non abbia fornito alcuna prova circa la sussistenza dei fatti contestati, rimanendo incontestato che la decisione della vittima è maturata alla fine fisiologica della relazione sentimentale".
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