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Quel virus che divide le coppie...anche a Messina

Secondo l’Associazione nazionale divorzisti nel 2020 l’aumento delle richieste di separazione è stato del 60%. Un trend che riguarda anche la città peloritana. Il parere dell'avvocato Paola Magaudda

L'avvocato Paola Magaudda

La pandemia sta mettendo a dura prova non soltanto la sanità, l’economia ma anche la famiglia. Sono in aumento le richieste di separazioni e divorzi di coppie che, da quando è esploso l’allarme per il Coronavirus,  hanno deciso di rompere matrimoni e unioni. La convivenza forzata, il cambio di abitudini, lo stress di una situazione difficile hanno avuto un peso importante anche sulle coppie più longeve che non riescono a resistere tanto che decidono di separarsi.

Secondo l’Associazione nazionale divorzisti nel 2020 l’aumento delle richieste di separazione è stato del 60%. Un trend che riguarda anche Messina dove le richieste di separazioni e divorzi in tempo di Covid sono aumentate notevolmente. Come conferma l’avvocato Paola Magaudda, esperta matrimonialista: «Il Covid  ha fatto scoppiare tanti casi, magari erano separazioni di fatto,  separazioni non dette di  coniugi che la mattina dividevano solo il tempo dello spazzolino da denti e niente altro nella giornata, alla fine accade che neanche si conoscono più.  Ci sono poi problemi sociali e psicologici. Quando arrivano nel mio studio tutti me lo portano espressamente come causa di separazione, mi dicono che fino a dicembre scorso andavano d’accordo ma che poi tutto è cambiato».

Altro capitolo sono i tradimenti, il Covid ne ha fatti emergere tantissimi: «Chi aveva l’amante prima del Covid si gestiva bene, quando a febbraio all’improvviso siamo stati tutti chiusi in casa il tradimento è emerso. L’altro coniuge di solito se ne accorge».

Se separazioni e divorzi hanno preso il largo per il Covid, la pandemia ha inciso anche sulle cause di annullamento del Tribunale ecclesiastico di Messina che nel 2020 sono state 30. Bisogna considerare però che il Tribunale ecclesiastico, in città è stato istituito da poco tempo e l’attività è rimasta ferma per cinque mesi proprio a causa del Covid. Generalmente le cause messinesi sono circa una settantina l’anno tra ordinarie, brevi e dispense per “rato e non consumato” e rogatorie.

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