Tra i fronti di polemica aperti dal susseguirsi di ordinanze, per la zona rossa a Messina, c’è anche quello di barbieri e parrucchieri, che sono chiusi in base al provvedimento del sindaco De Luca. Quest’ultimo oggi ha toccato l’argomento durante una delle sue dirette: “Barbieri, parrucchieri e servizi alla persona sono chiusi da ieri perché inseriti nella mia ordinanza. E sono inseriti perché domenica, in fase di stesura, di fronte a un dubbio interpretativo l’assessore Musolino si è confrontata con l’avvocato Croce, dell’assessorato regionale alla Salute, che ha confermato che nelle zone rosse queste attività sono vietate. E anche nelle relazioni del Comitato tecnico scientifico ci sono indicazioni dettagliate in merito. Ora se volete lanciare la sfida, fatelo pure. Voi aprite? Io vengo e vi chiudo!”.
Ferdinando Croce, capo di gabinetto dell’assessorato regionale alla Salute, spiega: “Ci siamo sentiti su vari aspetti e non ricordo questo passaggio. Posso dire solo che l’ordinanza del presidente Musumeci è chiara nell’affermare che per tutto quanto non viene esplicitato nel provvedimento, si rimanda al Dpcm del 3 dicembre. E il Dpcm prevede, alla lettera H, che i servizi alla persona sono vietati, ad eccezione di quelli elencati nell’allegato 24, e cioè barbieri, parrucchieri, lavanderie e servizi funebri”.
Ma a dire il vero anche l'ordinanza regionale di Musumeci provoca non poca confusione. Visto che specifica che restano aperti gli esercizi commerciali dell'allegato 23 e non cita completamente quelli dell'allegato 24. Perché specificare solo i primi quando sarebbero ugualmente rimasti aperti secondo il Dpcm del 3 dicembre? Nella gara a chi fa più confusione perdono solo i commercianti.
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