Un imprenditore costretto dal giogo usuraio di persone senza scrupoli, ma ad agosto del 2019, la vittima non ce l'ha fatta più e ha denunciato tutto. I fatti-reato risalgono al periodo compreso tra l’aprile ed il settembre del 2019 e nella nottata appena trascorsa la Polizia ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di tre soggetti, ritenuti responsabili – in concorso tra di loro – del reato di usura pluriaggravata. Agli arresti domiciliari con divieto di comunicazione con persone diverse da quelle conviventi sono finiti Giuseppe Maggio, Antonino Morvillo e Nunzio Venuti.
La storia
Un imprenditore messinese, piombato in difficoltà finanziarie anche a causa del Covid, attraverso Antonino Morvillo, è stato messo in contatto col Venuti ottenendo un prestito di 3.000 euro e restituendo, in trenta giorni, la somma di 4.000 euro. La situazione finanziaria della vittima non è, però, migliorata nel tempo, ragion per cui si è trovata nella necessità di chiedere ulteriori somme a Venuti, questa volta consegnando degli assegni a proprio nome a titolo di garanzia. Entrato in una spirale da cui è certamente difficile uscire, l’imprenditore è stato nuovamente costretto a richiedere altri 3.000 euro, per restituirne 4.000 entro un mese. Ben presto non ha più potuto far fronte alle richieste di Venuti e la sua vita si è trasformata in un incubo perchè gli venivano avanzate richieste sempre più pressanti di denaro con minacce (anche) velate che interessavano persino l'abitazione della vittima e la sua famiglia. Maggio e Morvillo, secondo un “copione” piuttosto ricorrente nei fatti di usura, si sono inseriti nella vicenda, ostentando la loro solidarietà alla vittima ma perseguendo, in realtà, biechi interessi personali
Le indagini
Esasperato, l’imprenditore ha raccontato l’intera vicenda agli investigatori della Sezione Reati contro il patrimonio della Squadra Mobile, che hanno avviato una certosina attività di indagine condotta attraverso testimoni, intercettazioni telefoniche, ambientali, servizi di osservazione e dinamici sul territorio. In flagranza di reato è stato arrestato Antonino Morvillo che il 15 settembre del 2019, è stato sorpreso dagli agenti con banconote consegnate poco prima dalla vittima quale acconto della più consistente somma illecitamente richiesta per estinguere un debito i cui interessi, in poco tempo, erano ormai cresciuti a dismisura. Le banconote erano state, per di più, precedentemente “contrassegnate” dai poliziotti della Squadra mobile, che erano impegnati in un servizio di osservazione e tutela nei pressi del luogo dell’incontro.
L'importanza della denuncia
Specie in una fase socio-economica assai delicata quale è quella attuale, fondamentale è denunciare, per fare in modo che gli autori di simili odiosi reati siano assicurati alla Giustizia. L’usura è un fenomeno insidioso, che investe diversi settori economici e sociali: rispetto al racket, non riguarda soltanto imprenditori o soggetti che svolgono attività commerciali o produttive, ma colpisce anche famiglie e fasce deboli e a basso reddito della società, che sono più esposte alla trappola dello “strozzino” in quanto non hanno facile accesso agli ordinari strumenti di credito legale. Ciò implica il compiere due passi fondamentali: superare la paura di ritorsioni da parte degli usurai e convincersi del fatto che dall’usura non si esce. L’esperienza dimostra che si tratta, purtroppo, di un meccanismo perverso che finisce per invischiare le persone che versano in stato di bisogno, rovinando loro la vita. La tutela per le vittime di usura, oltre che dalle risposte offerte dagli organi inquirenti, passa anche dalla previsione di appositi fondi di solidarietà previsti dalla Legge.
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