Messina porta della Sicilia. E’ in riva allo Stretto che arriverà il grosso del flusso di vacanzieri natalizi diretti nell’isola. Chi userà l’auto per tornare nella terra d’origine sbarcherà per lo più alla rada San Francesco. Chi invece userà il treno dovrà transitare dalla stazione Marittima o, se arrivano con le Frecce di Trenitalia, userà i mezzi veloci di Blujet per arrivare sempre al porto Storico. In pratica, solo se si arriva in aereo, non si passa da Messina che quindi sarà porta d’accesso per decine di migliaia di siciliani di rientro. Ma per ogni luogo d’ingresso che si rispetti dovrebbe essere previsto un punto di controllo. E su questo aspetto, invece, non sembra esserci ancora un piano ben definito.
I controlli «Il sistema oggi è fondato sulla buona volontà del cittadino». Lo dice Enzo Picciolo referente del “team Covid” dell’Asp di Messina che sta curando l’aspetto logistico. Per esempio quello che porta da rada San Francesco all’ex Gasometro non è un percorso obbligato e non sono emerse indicazioni su controlli su tutti i mezzi che sbarcheranno per verificare se i passeggeri si sono registrati al portale siciliano del coronavirus o se sono dei “fantasmi” irrintracciabili quando si muoveranno nell’isola. L’auto che sbarca sarà libera di transitare dal “serpentone” di Caronte senza che i vacanzieri dichiarino dove hanno intenzione di farsi controllare. L’ordinanza prevede l’obbligo della registrazione sul portale e di un tampone effettuato poco prima della partenza o appena giunti sull’isola. Ma ci sarà qualcuno a verificare che norma anticontagio del presidente Musumeci sia osservata?
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