La mamma di un alunno contro la professoressa, “rea”, a suo giudizio, di aver riservato al ragazzo un trattamento umiliante. I fatti si riferiscono al 7 dicembre 2016, a cui sono seguiti una sentenza di primo grado, nel 2019, mentre lo scorso settembre si è consumato il passaggio in Corte d'appello. Adesso è divenuta definitiva la condanna a carico della donna, a cui il giudice della Corte d'appello Alfredo Sicuro ha imposto il risarcimento in favore della parte civile - difesa dall'avvocato Giovanni Caroè - della somma di mille euro a titolo di risarcimento del danno e di altri 900 euro a titolo di rifusione delle spese sostenute nel processo.
Dichiarata colpevole una quarantasettenne messinese, assistita dall'avvocato Pietro Fusca, chiamata a rispondere dei reati di lesioni personali aggravate e oltraggio a pubblico ufficiale. Prima del suono della campanella, «mentre un'insegnante dell'Istituto scolastico superiore Felice Bisazza si stava recando nella sala docenti, aggrediva la persona offesa, strattonandola e tirandole i capelli, cagionandole lesioni giudicate guaribili in due giorni», si legge nelle carte del procedimento penale, da cui si evince, altresì, che avrebbe rivolto alla prof l'espressione «“bastarda e pazza”, offendendone così l'onore e il prestigio a causa dell'esercizio delle sue funzioni». Ma sul suo capo pendeva anche l'accusa di interruzione di pubblico servizio, addebito poi cancellato il 31 maggio 2019 dal Tribunale di Messina, con sentenza di assoluzione. Fu però ritenuta responsabile degli altri due capi d'imputazione e incassò 3 mesi di reclusione, con la concessione della sospensione condizionale e della non menzione.
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