Appello del pm dichiarato inammissibile. Quindi assoluzione di primo grado confermata per il sindaco di Patti, Mauro Aquino, per il quale oggi l'accusa aveva chiesto la pesante condanna 6 anni di reclusione. Al processo d'appello “Patti & affari”, anche per altri imputati è stata confermata l'assoluzione, sempre perché l'appello del pm è stato dichiarato inammissibile. I giudici di secondo grado hanno poi rideterminato alcune pene, diminuendole, e stralciato la posizione di Maria Tumeo, per sentire alcuni testi.
Decise anche alcune prescrizioni, e due conferme della sentenza di primo grado. Si tratta dell’inchiesta che vede al centro gli appalti dei servizi socio-assistenziali nel distretto sanitario D30 della zona tirrenica messinese in un vasto arco temporale, tra il 2008 ed il 2013, e che in primo grado registrò una “pioggia” di assoluzioni, 22 rispetto ai 29 imputati. Le accuse contestate a vario titolo andavano dall’associazione a delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione alla turbativa d’asta, dalla frode in pubblici servizi all’abuso d’ufficio, ed ancora alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
In mattinata il sostituto procuratore generale Felice Lima aveva avuto parole di fuoco contro il sistema che scoperchiò quella inchiesta della Procura di Patti, ed aveva invitato con forza i giudici d'appello a condannare una serie di imputati che erano stati assolti in primo grado, compreso il sindaco di Patti, Aquino. Ma i giudici d'appello hanno deciso diversamente, e sostanzialmente il pronunciamento di primo grado rimane in piedi.
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