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Viviana e Gioele, giallo senza fine: si cercano tracce di sangue nei casolari di Caronia

Si cercano altri resti del piccolo Gioele tra i boschi di Caronia. I vigili del fuoco, come disposto dalla Procura di Patti, hanno iniziato a tagliare rovi e si fanno largo tra le sterpaglie e la fitta vegetazione che circonda l’area in cui, il 18 agosto scorso, un carabiniere in pensione ha trovato le spoglie del bimbo.

A 700 metri 10 giorni prima, sotto un traliccio dell’alta tensione, era stato scoperto il cadavere della madre, Viviana Parisi. La donna, una dj torinese che da anni viveva a Venetico, nel messinese, e il figlio erano stati visti vivi per l’ultima volta il 3 agosto, dopo avere avuto un incidente d’auto sulla Palermo-Messina. Gioele era in braccio alla madre.

«Sembrava stesse bene», ha raccontato un testimone. Ma le tracce biologiche trovate nella macchina di Viviana, abbandonata dalla dj prima di fuggire via tra la vegetazione, farebbero pensare che il bimbo, nell’impatto della Opel con un furgone, abbia riportato ferite gravi. Gioele potrebbe aver avuto un trauma cranico ed essere morto poco dopo.

Una pista, quella della morte accidentale di Gioele, che gli inquirenti stanno approfondendo, ma che non chiude le ipotesi investigative percorse. Restano in piedi diverse ipotesi compresa l’aggressione a madre e figlio da parte di un branco di animali selvatici. E per non escludere alcuna pista la Procura di Patti ha disposto per domani pomeriggio accertamenti tecnici non ripetibili in «casolari, allevamenti, abitazioni rurali e pertinenze ubicati in prossimità del luogo di ritrovamento del corpo e di resti di Viviana Parisi e Gioele Mondello».

Esami saranno eseguiti con il Luminol alla «ricerca di eventuali tracce ematiche e biologiche, con possibilità di procedere all’identificazione degli animali presenti, con prelievo salivare. Per chiarire il giallo di Viviana e Gioele i magistrati hanno messo insieme una squadra di esperti: dai medici legali incaricati degli esami autoptici, a zoologi, geologi forensi e allo psichiatra Massimo Picozzi, che dovrà esprimersi sulla personalità di Viviana.

La donna, secondo quanto emerge da alcune testimonianze era molto provata. Forse, proprio spinta da una sorta di delirio mistico il 3 agosto, dopo aver mentito al marito Daniele Mondello, dicendogli di essere diretta a Milazzo, stava andando con Gioele alla Piramide della Luce, un’opera d’arte installata a Motta d’Affermo. Lungo la strada l’auto, che viaggiava a oltre 100 chilometri l’ora, ha urtato un furgone. L'incidente potrebbe aver pregiudicato il già fragile equilibrio di Viviana che, invece di attendere i soccorsi, è scappata col bimbo.

La donna è stata trovata senza una scarpa e con un solo calzino ai piedi del traliccio. Secondo i primi esiti dell’autopsia sarebbe morta per le fratture riportare in una caduta dall’alto. Le immagini dei droni dei vigili del fuoco dicono inoltre che la dj era già senza vita il 4 agosto: il decesso è avvenuto dunque nelle 24 ore che hanno seguito l’incidente. Molto più complicato risalire alle cause della morte del bambino, che sarebbe stato trascinato tra i rovi dagli animali, visto lo stato dei resti. Oggi è tornato a parlare Giuseppe Di Bello, il carabiniere che lo ha trovato. Dopo giorni di ricerche l’uomo l’ha scoperto dove nessuno aveva cercato: a poca distanza dalla piazzola in cui Viviana aveva abbandonato la macchina.

«Ho saputo che i vigili del fuoco sono lì dove ho trovato Gioele e stanno cercando altri resti. Spero trovino qualcosa, ma sicuramente non sarà facile. È probabile che diverse specie di animali, come la volpe o i suini neri o altri si siano purtroppo contesi il suo corpo e lo abbiano portato lontano». «Non sono un eroe - ha aggiunto - e non sono un esperto: ho solo capito dalla vegetazione, che quello era un posto meno battuto e mi sono infilato lì, trovando Gioele. Ho seguito l’istinto».

 

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