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Bimbo morto per sofferenza fetale a Messina, il pm chiede l'archiviazione

Policlinico di Messina

"Una sofferenza acuta, non prevedibile e non prevenibile» in quel piccolo corpicino ancora nel grembo della madre. C'è una richiesta di archiviazione da parte della procura per la vicenda del piccolo Vincenzo, nato morto il 16 novembre dello scorso anno al Policlinico di Messina. All'epoca, dopo l'esposto-denuncia dei genitori, Letteria e Michele, il pm Roberto Conte aveva aperto un'inchiesta con l'iscrizione nel registro degli indagati di due sanitari del Policlinico in cui si ipotizzava l'omicidio colposo. Ma adesso, dopo le risultanze della consulenza medico-legale, eseguita dai medici Giovanni Andò e Claudia Giuffrida, il pm non ritiene che ci siano profili di responsabilità penale da parte dei sanitari che seguirono il caso.

La perizia medica, scrive il magistrato, afferma che la sofferenza fetale che causò la drammatica morte, è da ricondurre secondo i consulenti ad «... una grave problematica a carico del funicolo ombelicale e della placenta», e «... l'improvvisa formazione di trombi vada ad alterare drasticamente gli scambi materno fetali provocando una sofferenza grave ed acuta». Sempre secondo i consulenti «... ciò spiega il perché il feto potesse essere considerato in buone condizioni il giorno prima e solo il giorno dopo si ebbe il verificarsi di una sofferenza acuta, non prevedibile e non prevenibile, che provocò repentinamente il decesso del feto».

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

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