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Intascava i soldi delle bollette idriche, avvocato di Taormina condannato a 4 anni

Conclusa l'udienza preliminare davanti al gup Monica Marino per l’operazione “AcqueWin” della Guardia di finanza, su casi di corruzione e peculato al Comune di Taormina, scattata nel novembre scorso.

Inchiesta che coinvolgeva l’avvocato ed ex consulente del Comune di Taormina Francesco La Face, l’ex dirigente di Palazzo dei Giurati Giovanni Coco, e il funzionario comunale Roberto Mendolia, che rispondeva solo di favoreggiamento personale.

Sotto la lente della finanza finì all'epoca il mancato versamento nelle casse comunali di oltre 800mila euro relativi alle somme dovute dagli utenti morosi per le bollette idriche. Somme che avrebbero intascato secondo l'accusa i due imputati La Face e Coco.

Mendolia ha scelto il rito ordinario ed il gup lo ha rinviato a giudizio al 12 febbraio 2021 davanti al giudice monocratico della II sezione penale del tribunale di Messina. La Face ha invece optato per il rito abbreviato, il pm aveva richiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi, il gup lo ha invece condannato a 4 anni, disponendo inoltre a suo carico l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, la confisca di beni fino a 775.000 euro per il peculato e fino a 25.000 euro per la corruzione, e il risarcimento alla parte civile, il Comune di Taormina, da decidersi in un futuro processo civile.

Coco ha invece chiesto di patteggiare la pena ed il gup ha rinviato l'udienza al 17 settembre. I tre imputati sono stati assistiti dagli avvocati Salvatore Silvestro, Danilo La Monaca e Giuseppe Perdichizzi, mentre il Comune di Taormina è stato rappresentato dall'avvocato Giuseppe Lo Presti.

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