Due ragazzi sono riusciti a riempire piazza Unione Europea a Messina. Il loro intento era quello di rompere il silenzio che sino a ieri si era creato nel nostro Paese intorno alla morte di George Floyd, l'afro-americano ucciso in un brutale arresto a Minneapolis il 25 maggio scorso. Un problema che sembra lontano dall'Italia ma che invece tocca da vicino molti, come spiega Miriam Augugliaro, animatrice insieme con Angelo Marano del sit-in che ieri alle 17,45 ha riempito la piazza antistante il Municipio. «Non ho organizzato questa manifestazione perché sono mulatta - spiega Miriam -, ma perché prima di tutto sono una persona e sono contraria a qualsiasi tipo di discriminazione, e non si dica che in Italia non c'è razzismo, perché invece esiste e va combattuto». «Nessuno faceva niente - afferma Angelo Marano -, allora abbiamo deciso di farlo noi». Ma la protesta già serpeggiava tra i nativi digitali, e questi due amici ne sono stati interpreti essendo loro stessi studenti. Quasi tutti ragazzi a riempire la piazza: alcuni arrabbiati, altri con i cartelli, altri fermi a gambe incrociate, tutti si sono seduti a terra quando è iniziato il sit-in per ricordare George Floyd. «Questo è un sit-in solidale, ovvero solido e coeso - dichiara Angelo all'inizio dell'evento - per non essere mai forti con i deboli e deboli con i forti». E Miriam: «I luoghi comuni esistono e fanno male». Poi, 8 minuti e 46 secondi di silenzio: il tempo che è costato la vita a Floyd. Subito dopo i nomi delle vittime del razzismo. Sono seguiti gli interventi delle associazioni e dei movimenti che hanno dato la loro adesione. Monia (del gruppo delle Sardine), anche lei di origini africane, spiega quanto sia ancora difficile farsi accettare da alcuni. Emblematici i messaggi sui cartelli colorati: «Se neghi la presenza di razzismo nel tuo Paese sei parte del problema».