Trent'anni di carcere. Quanto aveva richiesto l'accusa. È stata questa la condanna inflitta nel primo pomeriggio di ieri dal gup di Messina Valeria Curatolo, con la riduzione per la scelta del rito abbreviato, a Salvatore Micale “Calcaterra”, nell'ambito dell'udienza preliminare stralcio per l'operazione antimafia Nemesi (di tutti gli indagati Micale è stato l'unico a scegliere l'abbreviato). In pratica si tratta dell'ultima propaggine giudiziaria dell'operazione antimafia “Gotha” sulla geografia di Cosa nostra barcellonese, che è stata gestita dal procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio e dai sostituti della Dda peloritana Fabrizio Monaco e Francesco Massara, con i carabinieri del Ros. Al centro della vicenda processuale ci sono quattro omicidi commessi tra il 1997 e il 2001 nel Barcellonese, esecuzioni che fino a pochi anni fa erano ancora con alcune zone d'ombra. Micale, uno dei quattro imputati iniziali, ha scelto a suo tempo il rito abbreviato, a differenza del boss Giovanni Rao, di Antonino Calderone e Sebastiano Puliafito, che dopo il rinvio a giudizio con il rito ordinario sono già comparsi davanti alla Corte d'assise di Messina per le prime udienze del processo. La richiesta di condanna era stata formulata nel gennaio scorso dal sostituto della Dda peloritana Francesco Massara, poi avevano preso la parola i suoi difensori, gli avvocati Giuseppe Lo Presti e Tommaso Calderone. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina