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Margherita, medico in trincea a Sant'Agata: «È la mia missione, dobbiamo fare squadra»

Margherita

Margherita è uno dei medici che ha risposto al bando dell'Asp per l'emergenza coronavirus. Lei , trentaquattrenne, bella, da poco fidanzata, con un futuro tutto davanti, quando ha saputo del bando dell'Asp non ci ha pensato due volte e si è proposta volontariamente per effettuare, prevalentemente, tamponi ai sospetti positivi da Coronavirus.

«È il mio lavoro», dice senza esitazione. Al momento la sua destinazione è l'ospedale di S.Agata di Militello, adibito a Covid-Hospital, dove in questo periodo si stanno effettuando i tamponi al personale sanitario, ai degenti e ai possibili contatti della struttura sanitaria di San Marco d'Alunzio.

«Da qualche giorno abbiamo iniziato con i tamponi sui sospetti asintomatici e sui sintomatici. Arriviamo a fare anche 100 tamponi al giorno. Agli asintomatici li facciamo fuori dall'ospedale, direttamente dalla macchina. Ai sintomatici andiamo a domicilio o nelle Rsa - spiega Margherita -. Inizio alle otto di mattina con la vestizione con il kit anti-contagio, poi per sette ore non posso né bere, né mangiare, né andare in bagno. Il momento di togliersi la tuta è il più rischioso per il medico perché rischia il contagio. Noi ci controlliamo a vicenda quando ci spogliamo per essere sicuri di fare tutto bene».

Come combattere il virus Margherita lo ha imparato sul campo, inizialmente i medici convocati dall'Asp dovevano fare dei corsi in video-conferenza, ma poi sono stati annullati e per chi si è trovato a fronteggiare l'emergenza è stata dura. Margherita è specializzata in medicina generale, già da qualche tempo svolgeva le guardie mediche nel territorio di Messina. L'adrenalina la tiene vigile per tutto il turno e in qualche modo la tensione ti fa rendere al meglio, ma a fine giornata la cala e ti ritrovi sfinita a casa. «Il giorno dopo devi ricominciare” - aggiunge Margherita - e fare tutta la strada fino a S. Agata per essere lì presto. Domani andiamo in una Rsa. Il motto è “Dobbiamo fare squadra”».

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