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Blitz di mafia con 94 arresti, così Bontempo Scavo e Batanesi si spartivano i Nebrodi

«A Tortorici sarebbero da intercettare gli alberi e l’aria stessa». Con queste poche e semplici parole il gip Salvatore Mastroeni sintetizza alla perfezione qual è il contesto in cui si muove e agisce la mafia dei Nebrodi.

Un territorio - analizza la Gazzetta del Sud in edicola - in mano a due gruppi criminali, i Batanesi e i Bontempo Scavo, «distinti ma con grandi recenti sintonie», protagonisti di una convivenza non di rado forzata, rappresentando due facce della stessa medaglia, l’organizzazione mafiosa tortoriciana. È uno degli elementi che emerge dall’operazione “Nebrodi”, che ieri ha portato a 94 arresti.

Una convivenza che passa anche da momenti di tensione sedati a fatica, che si evolve e che trova la chiusura del cerchio proprio nella spartizione del territorio e della “torta” dei fondi comunitari per l’agricoltura.

La divisione del territorio è chirurgica: il feudo dei Bontempo Scavo comprende i comuni di Alcara Li Fusi, Caronia, Cesarò, Frazzanò, Librizzi, Longi, Militello Rosmarino, Patti, Raccuja, San Marco D’Alunzio, San Salvatore di Fitalia, Santa Domenica di Vittoria; le “bandierine” dei Batanesi sono piazzate ad Acquedolci, Brolo, Capo d’Orlando, Capri Leone, Castell’Umberto, Ficarra, Galati Mamertino, Gioiosa Marea, Mirto, Montagnareale, Naso Piraino, San Fratello, San Teodoro, Sant’Agata Militello, Sant’Angelo di Brolo, Sinagra, Torrenova, Tortorici e Ucria.

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